di ENZO COSENTINO
Volano le “aquile”! Quelle giallorosse. Planano sul campo della Juve Stabia per il recupero e si prendono una vittoria importante. Tanto sperata quanto programmata (magari come seconda ipotesi, la prima era “non tornare a mani vuote dalla trasferta campana”). Un gol pesante quello di Pierno. Ha sicuramente ammosciato lo spirito battagliero dei “juventini” stabiesi. Ha messo altro carburante nel serbatoio del Catanzaro in chiave piazzamento playoff. Una vittoria che dimostra come nel calcio ci può stare il tutto e il contrario di tutto. Una cosa saggia Calabro la dice ai suoi: piedi a terra, tanto cuore, credere nelle proprie forze.
Mister Calabro si riappropriava oggi della panchina dopo l’esilio per squalifica. La squadra lo ha festeggiato facendo la…festa agli avversari. Discoli e tignosi i campani. Decisa la risposta del Catanzaro e la partita è stata piacevole al di là di ogni sofferenza sino al fischio finale per chi l’ha seguita da lontano. Bravo Pierno, bravo Di Gennaro con due parate miracolo, bravi tutti. La vittoria a Castellammare di Stabia non è arrivata, comunque, per caso. Frutto anche di una programmazione in ogni suo dettaglio della partita. Calabro ha scritto il copione e i suoi attori hanno recitato le parti assegnate. La componente fortuna sicuramente ci sta ma quella della bravura di più.
Un altro paradosso (o vizietto) generalizzato nel calcio. Musi lunghi alcuni mesi fa nell’ambiente della tifoseria giallorossa quando la vita del Catanzaro era piuttosto avara di risultati “a catinelle” (come il “Sole” di Checcho Zalone) tanto da mettere in discussione tecnico, staff dirigenziale e così via. L’inversione di rotta all’improvviso e ogni giudizio di disvalore della squadra si è trasformato invece in fiducia nel valore – intendiamoci: al meglio non c’è mai limite- di tutto l’organico. Del tecnico, della squadra soprattutto. L’amore non è bello se non è…litigarello. E l’amore dei tifosi del Catanzaro –oggi come ieri- è stato sempre bello, quindi… litigarello. Soprattutto –oggi come ieri- è eterno. E al grido di credere, obbedire e combattere nelle partite che restano alla fine della prima parte del campionato, le “aquile” vanno sostenute per volare. Sempre più in alto.
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