di ENZO COSENTINO
Solito biglietto da visita giallorosso. Questa volta alla Juve Stabia. Lo porge con gentilezza, dopo soli tre minuti di gioco, Pietro Iemmello. C’è scritto a caratteri cubitali: “siamo il Catanzaro”. E’ soltanto l’inizio di una partita semplicemente meravigliosa che delizierà non soltanto i 450 fortunati che hanno potuto godersela dal vivo, ma un’intera comunità sportiva che l’ha vissuta guardandola sullo schermo. I campani, intenzionati a recuperare il primo svantaggio pedalano, si dannano per arrivare a tiro da Fulignati. Difesa ermetica delle “aquile” ma anche schemi d’attacco, rodati, che non lasciano spazi. Iemmello fa lo zar senza pietà e raddoppia a stretto giro. Doppietta personale, ma anche nel secondo gol c’è lo zucchero di tutta la squadra. Il Catanzaro è un orchestra. Suona a memoria gli spartiti scritti da mister Vivarini. Il tecnico è tornato sul podio dopo aver scontato un turno di squalifica. Più pimpante di prima. La battaglia gli piace e la sua squadra lo appaga.
Il Catanzaro è una catena di montaggio. La Juve Stabia non si arrende, resta in partita. Più i padroni di casa lo dimostrano, più stimolano le Aquile a essere meravigliose in ogni volteggio. E così a conclusione di un’azione fulminea suonata con il clarinetto da Sounas, Biasci fa un acuto che vale il terzo gol. Non è la fine dello spettacolo. Il bello in giallorosso deve ancora arrivare. E’ il leitmotiv della ripresa. Mister Vivarini opera il turn over secondo esigenze e copione. Il valzer giallorosso nella ripresa diventa un tango. Più che altro puntando al “risparmio energetico” necessario per affrontare i prossimi appuntamenti agonistici sempre freschi ed energici. Entra Brignola, oramai integrato nel sistema giallorosso. Piedi buoni e questa volta benedetti da Vandeputte che riceve il pallone che trasforma - anche lui un’aquila rapace - nel quarto gol. Il Catanzaro è squadra di gentleman e così concede alla avversaria la consolazione del gol della bandiera. Ci sta! Così come ci sta che il Catanzaro c’è!
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