di ENZO COSENTINO
Finalmente! Ben tornata vittoria. La “aquile” salgono di quota. Il loro volo verso la vetta riprende dal successo al “Ceravolo”, sulla Fidelis Andria. Un trittico di gol confezionati a regola d’arte e fanno dimenticare quello subito, che fra i tifosi sugli spalti era stato preso come una segnale che il Catanzaro non fosse ancora guarito dalla” pareggite” acuta. Scognamillo al 3° minuto, scalda la partita. Mister Calabro è su di giri per il vantaggio, fa segnali convenzionali ai suoi. Aumentare il ritmo ma senza strafare. Tutto studiato. Formazione rivista e corretta e ricca di novità. Calabro il rivoluzionario, per uscire dalla noia dei pareggi potenzia la linea d’attacco. Il primo tempo dopo il sussulto del gol scorre veloce. Nessuno riesce a raddoppiare. Invece arriva sugli spalti e oltre il brivido blu per il gol dei pugliesi che rimette in pari il risultato. Il Catanzaro non ci sta e Martinelli difensore con licenza di “uccidere” arriva sotto porta e realizza il nuovo vantaggio. Bel gol e che cross al bacio di Vandeputte in crescita di rendimento e con idee chiare nella visione del gioco.
Calabro istruisce nell’intervallo i suoi con nuovi schemi. Aquile briose puntano a consolidare il vantaggio ma c’è spreco di palle gol. Fidelis Andria reattiva ma non c’è “trippa per gatti” questa volta. I meccanismi giallorossi funzionano. Sono gli attaccanti però che non concretizzano. Meglio accontentarsi di due gol e portare tre punti. Ma Verna –forse perché lo aveva “promesso” - in pieno recupero firma il suo inatteso gollazzo e per i giallorossi l’ambo diventa terno. Quanta grazia! Tutti felici e contenti i giallorossi tornano ad aspirare al paradiso.
Tre gol in una giornata in cui c’è stata al “Ceravolo” anche mestizia. Prima dell’inizio un minuto di silenzio e sullo Stadio è scesa una nuvoletta, dalla nuvoletta due volti di personaggi che i colori giallorossi li hanno indossati: Il dott. Geppino Martino che il terreno di gioco lo ha calpestato da giovane e brillante giocatore e poi da medico sociale. Una figura indimenticabile, un pezzo della storia del Catanzaro degli altri tempi. Poi quella del portiere Daniel Leone. Loro su quella nuvoletta hanno ripreso il viaggio verso l’eternità. Commovente ricordarli anche con il classico minuto di silenzio.
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