Il corsivo giallorosso, il Catanzaro torna a chiamarsi...Vittoria. Secondo nome Sounas

di ENZO COSENTINO

Il Catanzaro torna a “chiamarsi”…Vittoria. E’ il nome che più si addice alle aquile. Un solo gol alla Turris? Importante e decisivo ed è quel che conta. I campani hanno fatto la loro gara con ordine e senza velleitarismo di mettere alle corde la prima della classe.

Gaetano Fontana che li allena è un catanzarese e la maglia giallorossa la sente ancora sulla pelle per averla  indossata con  grande attaccamento, ha messo in campo una squadra grintosa che è stata in partita sino alla fine. Ancora Sounas provvidenziale. Gli è riuscito il colpo da ko che ha mandato al tappeto dopo soltanto sei minuti di partita la Turris.

Nella stessa azione ci avevano provato a ripetizione, senza successo, Situm e Verna. L’esplosione di gioia del “Ceravolo” ha riscaldato una serata climaticamente fredda e ventilata. Chi si aspettava anche una goleada però è rimasto deluso. Ma non del gioco che le aquile hanno macinato con autorevolezza nella ripresa. Ragionato, dosato nell’impiego delle forze. Del resto a questo punto della stagione e considerato il traguardo importante che il Catanzaro vuole- e deve- tagliare prima di ogni altro concorrente bisogna fare di necessità virtù. Unico neo della partita il rosso sotto il naso di Ghion per aver beccato nel giro di pochi minuti due cartellini gialli. Che ci stanno per un arbitro attento e fiscale.

Anche in dieci le Aquile hanno continuato a menare la danza ma ovviamente mettendo in conto l’inferiorità numerica. In archivio dunque anche la “pratica” Turris. E già si avverte l’importanza del prossimo turno ancora in casa. Con l’Andria che abita nel basso della classifica. I giallorossi sanno, perché mister Vivarini gli e lo ricorda ogni giorno, che ogni avversario al loro cospetto vorrebbe apparire più grande. Allora conta si la forza atletica e la condizione fisica. Ma è determinate soprattutto quella mentale. Mens sana in corpore sano. Ed anche dopo aver liquidato la Turris la conferma che “il Catanzaro c’è”

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