di ENZO COSENTINO
La maledizione ancora una volta sul Catanzaro! A Padova porta in faccia ai giallorossi e brucia il sogno n°2: andare alla gara finale di play-off. Veneti più forti? Neppure a dirlo: caso mai più fort…unati! Difficile immedesimarsi nello stato d’animo con cui passeranno la notte quei coraggiosi che sono stati spettatori diretti del sortilegio. Una sofferenza atroce lungo il viaggio di ritorno. Così come dilanante sarà, certamente, quella di Vivarini, di tutta la squadra, della Società. A fine gara sulla Città del Santo è arrivata la pioggia. Erano le lacrime dei 1500 tifosi che al gol numero 2 dei patavini ha sofferto. E dire che al 30mo minuto della gara quando Sounas l’ha messa dentro sono esplosi. Di gioia anche perché visto che il Catanzaro in campo era ben messo era legittimo pensare :è fatta. E si che i giallorossi potevano arrivare sino in fondo in questi play-off. Purtroppo il calcio è un gioco bello ma strano. Non basta avere tanto cuore, intelligenza tattica, piedi buoni, per essere sempre e comunque vincenti.
Doppiamente afflitto Tommaso Biascic che del Padova era un ex di turno peraltro con il dente avvelenato nel confronti della sua ex società. Ma non c’è stato verso. Neppure la soddisfazione di un suo gollazzo. Il volto più triste che rispecchiava il suo stato d’animo nel clan quello di Pietro Iemmello il campione catanzarese doc.
Amara consolazione cavarsela “filosoficamente”: sarà per la prossima stagione! Indubbiamente la conclusione di questa appena chiusa aprirà nuovi scenari sul calcio catanzarese. La gara non è stata comunque avara sotto il profilo tecnico-tattico e l’impronta l’ha data il Catanzaro. Ottimo nel disegnare le azioni, raffinato nel fraseggio, capace di chiusre a cerniera ma anche di ariose manvre che hanno tenuto in allarme il Padova smanioso di riagguantare la partita. Cerchiamo il pelo nell'uovo? Direttore di gara non pienamente "tecnico" nell'assegnare il calcio di punizione dal quale poi è scaturito il vantaggio dei padroni di casa. Poteva evitarsela quella fischiata. Ma quanto ha saputo e potuto fare il Catanzaro non è stato sufficiente. Peccato!
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