di ENZO COSENTINO
Semaforo verde per la “Ferrari” giallorossa. Il Gelbson non ha potuto accendere il “rosso”. La qualità differente c’è stata e si è vista. Nonostante le condizioni climatiche pessime in una domenica senza storie. Anzi no, qualche bella storia i 5100 spettatori sugli spalti l’hanno vissuta. Le hanno scritte e colorate, ovviamente, i padroni di casa. C’era una volta in Russia uno zar di nome Pietro il Grande. C’è a Catanzaro uno zar, pure lui di nome Pietro(Iemmello)il Grande. Una doppiettà più gustosa dei classici “baci Perugina”. Tra il primo gol che ha aperto la danza dell’intelligenza tattica di mister Vivarini e il terzo dello zar, quello da attaccante dalla fantasia creativa che non ti aspetti, di Tommaso Biasci. Insomma tre confetti giallorossi per un Gebson che il suo impegno lo ha onorato, come ha potuto. Contro i primi della classe la matricola coraggiosa si è dovuto togliere il cappello. Si porta a casa tre confetti (amari) giallorossi. Nella “bomboniera” ve ne potevano essere almeno un altro paio. Ma Scognamillo e Brighenti sono stati “tirchi”. In compenso una prestazione maiuscola la loro. Del resto tutto il Catanzaro messo in campo ha meritato gli applausi della tifoseria presente. E non è appropriato “squadra bagnata, squadra fortunata”. Caso mai “anche se bagnata squadra semplicemente brava”. Predica bene e razzola altrettanto bene il mister che segretamente, ma non tanto, sogna una stagione per firmare l’albo d’oro del Catanzaro. Giallorosso, un abbinamento di colori che si addice anche all’immortale “Cavatore” illuminato per far più luce, da fari al colorgiallorosso. Ecco cosa accade di bello quando “il Catanzaro c’è”
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