di ENZO COSENTINO
Ritirato al Catanzaro il “pass” per un accesso diretto in “paradiso”. Addio sogni di… gloria! E giù, alla vigilia della gara che doveva essere della “resurrezione” una drastica sentenza sulla squadra giallorossa da parte di un catanzarese doc, Fausto Silipo. Così l’ex: “La squadra non mi sembra sia da primi tre posti.”
Al “Ceravolo” nel giorno di pochi minuti, gli ultimi cinque di gara, dall’esplosione di gioia sugli spalti della mitica “Capraro” si è passati alla più cocente delusione e a tanti fischi. Questi ultimi meritati? In un certo si, ma tutto è opinabile. All’85 la Bomba(gi) fa saltare in aria la casa del portiere stabiese, Sarri. Un bel gol, non v’è dubbio e dal potere salvifico. Ma dura poco l’effetto vittoria. C’è rabbia nelle “vespe” campane. Il Catanzaro dal sacro fuoco dell’improvviso furore, viene “punto” e la vittoria sfuma. La Juve Stabia si riporta in parità. E gode. Nel recupero si barrica e le aquile (ma quali aquile e aquilotti!) e per il loro pubblico è un ripiombare nel tunnel della disperazione.
Una vittoria accarezzata che si è volatizzata lasciando al Catanzaro il contentino di un punto. Una mancata vittoria che provocherà discussioni, malumore, richieste di… ghigliottine. Calma e sangue freddo sarebbero la cosa migliore. Ma la piazza grida a caldo e griderà anche a freddo. Una ultima impressione dopo la gara al “Ceravolo”: nella squadra sembra siano saltati i nervi e la tranquillità nei propri mezzi. O è venuta meno qualche altra “virtù”: quella dei forti. Forse!
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