di ENZO COSENTINO
Si "rivede" la vittoria ma il paradiso è sempre lontano per il Catanzaro. Ieri sera si è sofferto il freddo al "Ceravolo"
La cosa più bella in un domenica che doveva essere speciale, al “Ceravolo”: la coreografia della mitica curva “Capraro”. In onore di Massimo. La partita in campo ha vissuto invece la normalità del calcio. Mugugni, fischi e poi applausi quando le “aquile” sono uscite dal tunnel buio di un pareggio.
San Martinelli. Ci ha pensato lui appena allo scoccare del primo minuto di recupero. Il gol che ha salvato capre e cavoli. Ve le immaginate le scene da psicodramma se fosse finita pari e patta con la squadra più scialba vista in questa prima parte di campionato a Catanzaro. E il fegato di Giannone sarebbe scoppiato per la bile e per tante notti il giocatore avrebbe avuto gli incubi per aver sciupato il rigore della svota della gara.
Bravura di Pane? Neppure per scherzo. Rigore sbagliato e basta! I giallorossi hanno avuto tante occasioni da gol e tutte più o meno sciupate. Tempi duri per i piedi di Kanutè e Fischinaller. Non c’è voluto un’arca di scienza per marcare una superiorità tecnica su un avversario incartato anche se ricco di volontà. Poca gente sugli spalti. Brutto segno. La molla dell’entusiasmo giallorosso si è bloccata. Peccato!
Ma passate le Feste e la lunga pausa si tornerà a pensare in grande? Importante è, nella buona come nella cattiva sorte, stare vicino alla squadra. Sarebbe un bel pasticcio se il Catanzaro dovesse cadere in depressione.
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