Il corsivo giallorosso, una sconfitta che scotta in un sabato da dimenticare

di ENZO COSENTINO

La sconfitta che scotta. Catanzaro sui carboni ardenti di un sabato da dimenticare. Squadra giallorossa non all’altezza della sua quotazione. Si può anche perdere, ma giocare maluccio, forse, al Catanzaro non può essere permesso. E’ tempo di Sante Feste allora per questa volta si può anche perdonare. Che l’Ascoli fosse sceso in campo al “Cino del Duca” con il “coltello fra i denti” era stato preventivato da mister Vivarini. Le “aquile” capaci di voli alti e coreografici son rimaste nell’hangar.  L’Ascoli ne ha approfittato per rompere (le scatole al Catanzaro) il suo lungo digiuno di vittorie e far brindare i suoi sostenitori. Il popolo giallorosso presente sugli spalti degli ospiti, generoso come sa essere, ha mormorato un po' ma ha fatto sentire, comunque, il suo necessario sostegno ai beniamini scesi in campo. Pensando anche a chi è rimasto assente per acciacchi vari.

Un solo gol di giornata al 14° del primo tempo con il marchio doc ascolano. Dopo di che serrande delle porte calate. Nessuna azione da brivido. Il 17(era il turno di gara)ha portato  sfiga ai giallorossi. La partita di Ascoli, per come si è snodata  con tutti suoi risvolti sarà sicuramente vista e rivista ai raggi infra (giallo)rossi. Cosa non ha funzionato? Tutto merito degli ascolani la sconfitta delle “aquile”? Dire di si sarebbe come dire una bugia. E per continuare a veder le stelle le bugie non servono.

Ad Ascoli, dunque, una partita all’insegna della fisicità. Ed anche del color giallo (quello dei cartellini sventolati dall’arbitro). Sarebbe stato bello, invece, scrivere: una partita al color giallorosso. Avremo tempo a tante occasioni per farlo. Le “aquile” son pronte a riprendere il volo .

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