di ENZO COSENTINO
Quante cose possono tornarti in mente se incontrando per strada un amico, un conoscente, addirittura un antico compagno di scuola o di gioventù, ti fermi a parlare. Non solo e non sempre storie private, anche fatti che interessano questa nostra Città. Strana ma sempre bella. Anche con le sue ferite che noi le causiamo. Come quella che ha deturpato l’aspetto originario di una bellissima opera architettonica che “racconta” una storia: il massiccio Monumento ai Caduti. Si, quello difronte al Palazzo di Giustizia.
Quei Caduti “piangono” senza farsi sentire forse per questo non se accorge nessuno. E un motivo c’è: l’opera è stata depreziata quando improvvidi decisori tolsero la bronzea statua della madre. Perché quest’atto tanto vandalico? Mai nessuno l’ha spiegato. Dove è finita quella preziosa parte del massiccio monumento ai Caduti? Lo vorremmo sapere? “Fate qualcosa, voi che scrivete su mezzi di comunicazione” mi diceva l’altro giorno un mio amico con tanto di cognome e nome: Franco Mustari. Già dove è finita quella mamma in bronzo? Mustari è un anche un fine poeta dialettale e una sua poesia pubblicata in “Franco Mustari, cunta…non canta”è dedicata al “giallo” della statua della mamma dei caduti del monumento catanzarese “rapita”.
Finita squagliata come certa mafia squagliava le sue vittime. Così di racconta. I catanzaresi vorrebbero rivederla li, ai piedi dei suoi figli caduti in guerra che piange. Dove è finita: Chissà. Esiste sulla strana sparizione un voluminoso dossier in cui si leggono anche promesse di amministratori che la statua sarebbe stata rifatta perché è stata fusa. Sono in arrivo a Palazzo de Nobili vecchi e nuovi amministratori. Qualcuno prenda l’impegno che se entrerà nell’aula si farà carico del problema. Il Monumento di Caduti è un opera d’arte va rispettata. Così si dimostra di amare questa Città. Quel che è stato è stato anche se è un vergogna. I catanzaresi rivoglio quella Statua, quella Madre che piangeva.
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