C'era da aspettarselo, ma i numeri se non altro definiscono meglio il fenomeno. Nei primi sei del 2020, l'anno che sarà ricordato per i mesi di lockdown a causa del Covid-19, le esportazioni calabresi sono calate, su base tendenziale (in confronto ai primi sei mesi del 2019) dell'11,6%.
La media nazionale, secondo i dati resi noti dall'Istat, della scontata contrazione tendenziale dell'export di merci è stata pari al 15,3%. Sono soltanto due le regioni che non hanno fatto registrare il segno meno: Liguria (+3,7%) e Molise (+30,2%). Le performance negative di Piemonte (-21,2%), Lombardia (-15,3%), Veneto (-14,6%) ed Emilia-Romagna (-14,2%) spiegano i due terzi della flessione su base annua dell’export nazionale.
Sull'export, la Calabria rimane una cenerentola. E' l'ultima regione per valore sia in percentuale al Pil (0,1%) e sia in termini assoluti (201 milioni fra gennaio e giugno 2020). Hanno comunque tenuto, fra i settori più pesanti del made in Calabria, le vendite dei prodotti dell'agricoltura e della pesca (+20%), ma c'è il calo (-1,5%) degli alimentari. Il commercio delle sostanze chimiche è sceso del 15,7%, così come i derivati del trattamento dei rifiuti a -89,4%. (g.r.)
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