Il disonore della memoria, Cannistrà: “Il caso del Parco Carlo Alberto dalla Chiesa a Catanzaro”

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  30 maggio 2025 22:03

di EMANUELE CANNISTRÀ

Il 3 settembre 1982, la mafia assassinò a Palermo il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Un vero servitore dello Stato, un martire della legalità, ucciso perché aveva avuto il coraggio di affrontare le cosche mafiose e difendere i valori della Repubblica. Da quel giorno, ogni anno, il suo nome viene onorato con commemorazioni, intitolazioni di strade, piazze e scuole. È un tributo doveroso a chi ha sacrificato la propria vita per l’Italia. Anche Catanzaro ha cercato di fare la sua parte – almeno sulla carta. Qualche anno fa, i giardini dell’ex Ghiaccia furono intitolati a lui, diventando il Parco Comunale Carlo Alberto dalla Chiesa.

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Una scelta giusta e intelligente: un luogo pubblico, vicino a una scuola e a una chiesa, dove far crescere il seme della memoria, dove insegnare ai giovani che certi nomi non si dimenticano e che certi esempi vanno custoditi. Peccato che oggi quel luogo sia diventato il simbolo dell’abbandono e del disinteresse. Il verde è trascurato, le panchine sommerse dalle erbacce, i rifiuti ovunque, e gli animali randagi pascolano indisturbati. Un parco della memoria trasformato in una discarica dell’oblio. Una vera vergogna. E allora mi chiedo: che senso ha dedicare spazi pubblici a chi ha dato la vita per lo Stato, se poi quegli spazi vengono lasciati morire nel degrado? Che rispetto è questo per un uomo che ha incarnato il sacrificio, la rettitudine e il coraggio? A questo punto, sarebbe meglio avere il coraggio – o la coerenza – di revocare l’intitolazione. Meglio dire chiaramente che a Catanzaro, una città che sembra aver perso il senso della memoria, il nome di Carlo Alberto dalla Chiesa non merita di essere associato a una landa desolata e sporca. Non è accettabile trattare da morto due volte chi ha dato la vita per tutti noi.

Se il Comune resta in silenzio e le istituzioni fanno finta di niente, è triste constatare che persino le parole del cappellano del cimitero, Mons. Perrelli, sembrano cadere nel vuoto. A Catanzaro, nemmeno i morti ricevono il rispetto che meritano. Un popolo che dimentica i suoi eroi e non onora i suoi defunti è un popolo che rischia di perdersi. Carlo Alberto dalla Chiesa merita silenzio, rispetto e una memoria viva, non indifferenza e certo non questo scempio.

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