"Tantissimi disturbi mentali, la stragrande maggioranza, non sono espressione di “follia”. Bisogna dirlo apertamente". Lo afferma, in una nota, Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera che ha presentato una proposta di legge di modifica degli articoli 88 e 89 del codice penale che disciplinano l'infermità e la seminfermità mentale.
"Tecnicamente anche l’ansia è un disturbo mentale – dice Antoniozzi – ma lo sono i disturbi dì personalità, quelli dissociativi o quelli sessuali. Il disturbo bipolare senza manifestazioni psicotiche – continua Antoniozzi – non c’entra nulla con la follia. E questo lo dico – prosegue Antoniozzi – sia per la proposta di modifica degli artt 88 e 89 del codice penale che ho presentato, sia in linea generale.La stampa ha la responsabilità di non stigmatizzare – prosegue Antoniozzi – e di non fare di tutta l’erba un fascio.Ci dicono che Churchill e Montanelli erano bipolari – prosegue Antoniozzi – ma credo siano stati tra i più lucidi esponenti del novecento. Sia per l’imputabilità sia in generale è da considerare folle - sostiene Antoniozzi – chi altera l’esame di realtà".
"Chi è privo di delirio, chi non è allucinato, chi non perde nessun contatto con la realtà e delinque è solo un delinquente o criminale. L'alterazione della realtà, la comparsa di deliri, di persecuzione o di altro genere, le dispercezioni- conclude Antoniozzi - sono un'altra cosa. Raramente questi fenomeni possono anche comparire in alcuni disturbi dì personalità e quando questo accadrà ovviamente dovranno essere valutate diversamente. Ci sono situazioni come i disturbi di cluster A di personalità in cui possono comparire sintomi psicotici - conclude Antoniozzi - ma frequentemente svaniscono e, in ogni caso, la nostra proposta di legge prevede, appunto, la discriminante psicotica come unica, possibile attenuante".
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