
di CARLO MIGNOLLI
Edoardo Leo, Paolo Fresu, Mauro Repetto degli 883: sono alcuni dei protagonisti che hanno animato la XXII edizione del Festival d’Autunno dal titolo “Cambiamenti. Linguaggi senza tempo”. Tra agosto e novembre il cartellone ha proposto 24 spettacoli, 10 prime nazionali assolute e una programmazione che ha viaggiato tra generi, linguaggi, territori e generazioni. Questi alcuni dei numeri che la direttrice artistica Antonietta Santacroce ha illustrato nella conferenza stampa di chiusura, affiancata dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita e dall’orafo Antonio Affidato, in rappresentanza dell’azienda Michele Affidato, realizzatrice del premio ispirato al simbolo cittadino del Cavatore.
“Una scommessa vinta”: il bilancio della direttrice Santacroce
Santacroce dichiara che il Festival “ha trovato una sua identità ampliata, capace di parlare a pubblici diversi”. Racconta che in sala si è registrata una presenza omogenea di tutte le fasce d’età, un equilibrio che si riflette anche online: “Sul sito e sui social abbiamo rilevato un’interazione distribuita con un 25% per ogni fascia anagrafica”. A livello digitale i risultati sono stati importanti. La direttrice aggiunge che su Instagram si sono raggiunte 420.000 visualizzazioni, per il 62% provenienti da un pubblico femminile. Su Facebook il conteggio è ancora più alto: “Da luglio a oggi abbiamo raggiunto un milione di visualizzazioni”, afferma. Tra i contenuti preferiti spiccano quelli dedicati ad Alice, Fresu e “I tre moschettieri”.
Nel bilancio artistico Santacroce sottolinea che questa edizione “è stata un inno ai cambiamenti e ai linguaggi senza tempo”. Tra i titoli che hanno caratterizzato la programmazione cita l’opera nuova Cleopatra, commissionata dal Festival: “Una scommessa vinta. All’estero le opere nuove sono frequenti, in Italia molto meno. Abbiamo colmato un vuoto, riportando in scena un personaggio amatissimo dell’antichità con rigore storico ma anche con un respiro contemporaneo”.
Tra le produzioni originali ricorda “Materiale per Medea” di Heiner Müller con Agata Tomsic e “To My Skin”, dedicata al cambiamento climatico. “Sono spettacoli che hanno contribuito alla discussione su temi centrali della nostra società. Abbiamo affrontato anche la violenza sulle donne con lavori come Picchiamoci di Arianna Safanov o Danzando con Jane, realizzato nel 250° anniversario della nascita di Jane Austen”.
Il cartellone ha offerto anche grandi titoli rivisitati: da “I tre moschettieri” a “Romeo e Giulietta” in chiave contemporanea. “Una stagione che resterà tra le più originali nei ventidue anni del Festival”, afferma.
L’estate come porta del territorio
Santacroce spiega anche l’importanza degli appuntamenti estivi: “Quattro prime nazionali assolute pensate per valorizzare luoghi poco conosciuti. Abbiamo unito la promozione del territorio alla creatività, coinvolgendo giovani artisti e facendo scoprire a molti turisti angoli inediti della Calabria”.
Sul futuro lascia intendere che la linea è tracciata: “Il 2026 seguirà la stessa direzione, con un forte impegno nella produzione. Portare in scena spettacoli già esistenti lo fanno tutti, produrre opere originali è ciò che ci distingue”.
Fiorita: “Il Festival rafforza il senso di comunità”
Il sindaco Nicola Fiorita ricorda quanto la cultura incida sulla qualità di vita di una città: “Ha un impatto fortissimo sulla tenuta delle comunità e sulla crescita collettiva”.
Osserva che il Festival d’Autunno ha riportato centralità culturale a Catanzaro: “Ha dimostrato che la città ha un pubblico, una capacità organizzativa, una sensibilità artistica. Ci ha resi più attrattivi e ha confermato che possiamo proporre cultura di qualità”.
Per Fiorita il Festival non solo offre spettacoli, ma contribuisce a far percepire Catanzaro come una città che investe e crede nella cultura: “Il valore che restituisce al territorio è enorme”.
Affidato: “Contribuiamo con orgoglio all’identità del territorio”
Antonio Affidato, portavoce dell’azienda Michele Affidato, esprime soddisfazione per il ruolo del laboratorio orafo, autore del premio del Festival: “Lo realizziamo come cittadini di questa città e come amici del Festival. È un onore che la nostra arte accompagni un evento che condivide missioni e sogni: valorizzare il territorio e le sue eccellenze”.
Affidato sottolinea che la cultura può diventare un motore per turismo e sviluppo: “Mi rivedo in ciò che hanno detto direttrice e sindaco. La cultura deve restare un perno fondamentale, un canale attraverso cui far crescere il territorio”.
Un’edizione che guarda lontano
La XXII edizione del Festival d’Autunno ha confermato un progetto maturo, capace di rinnovarsi con coraggio e di generare attenzione nazionale e internazionale. Dati, presenze e risonanza mediatica raccontano un percorso che cresce, si consolida e si apre ogni anno di più al mondo. Un Festival che chiude il 2025 con entusiasmo e che, come puntualizza la direttrice Santacroce “anche il 2026 vedrà questo grande sforzo nella produzione”, confermando la volontà di continuare a creare e portare in Calabria spettacoli originali e di respiro internazionale.
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