"In seguito alle reiterate richieste di informazioni, da parte dei detenuti e dei loro familiari, per l’avvio dei cd. lavori di pubblica utilità, ex art 21 Ordinamento Penitenziario, si rende necessario un appello alle istituzioni regionali e locali per la realizzazione del servizio, oramai non più procrastinabile per i detenuti della realtà geografica crotonese". E' quanto fa sapere il Garante dei detenuti del comune di Crotone Federico Ferraro.
"Tale attività, prevista dalla normativa vigente consentirebbe non solo un importante impiego di risorse umane per le attività socialmente utili ( pulizia di aree e spazi pubblici, giardini e verde pubblico, interventi sul manto stradale, riordino degli archivi presso enti od uffici pubblici, etc) attività ritenute fondamentali per detenuti ed ex detenuti od internati, al fine di acquisire abilità lavorative indispensabili per un concreto reinserimento socio lavorativo".
A tal proposito la legge prevede infatti che “ possono essere ammessi al lavoro all’esterno del carcere i condannati, internati ed imputati sin dall’inizio della detenzione per svolgere attività lavorativa”; ancora possono “prestare attività a titolo volontario e gratuito in progetti di pubblica utilità in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, le unioni di comuni, le aziende sanitarie locali, o presso enti o organizzazioni, anche internazionali, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato”; infine è previsto che si possa “prestare la propria attività a titolo volontario e gratuito a sostegno delle vittime dei reati da loro commessi, comma 4-ter introdotte dalla legge n.94 del 9 agosto 2013 convertito nella legge n. 94/2014.”
Come noto, il lavoro di pubblica utilità ha natura di sanzione sostitutiva e, recentemente sono stati sottoscritti alcuni protocolli tra il Ministero della Giustizia, l'ANCI e alcuni Tribunali di sorveglianza per favorire l'applicazione dell'art.21 come sopra.
"Più in generale, è bene ricordare che, in riferimento al diritto al lavoro per condannati od internati, l’art. 15 dell’Ordinamento penitenziario, legge 26 luglio 1975 n. 354, individua proprio il lavoro come elemento di grande rilievo per un trattamento rieducativo disponendo che, eccettuati casi di impossibilità, al condannato e all’internato deve essere assicurata un’occupazione lavorativa. Dallo scorso luglio l’Ufficio del Garante comunale dei detenuti - prosegue- , di concerto con la Casa Circondariale, è stato avviato un tavolo istituzionale aperto al reinserimento socio-lavorativo dei detenuti ; ad oggi nessuna iniziativa o proposta ha ottenuto riscontro concreto per cui nessun detenuto a Crotone ha potuto svolgere lavori di utilità sociale od altri tipi di lavori esterni".
"Per quanto premesso, il Garante comunale dei diritti dei detenuti che di Crotone sollecita la Presidente della Regione Calabria On.le Jole Santelli, le Istituzioni locali tutte e le realtà associative operanti sul nostro territorio a sostegno delle fasce deboli, a calendarizzare un incontro per avviare al più presto, anche per la Città di Crotone, un piano di lavori di pubblica utilità. Solo così ci sarà una prima risposta istituzionale capace di attuare un reinserimento vero ed effettivo, per detenuti ed ex detenuti crotonesi. Tale intervento - conclude- è reso oggigiorno ancora più urgente dalla situazione sociale ed economica, dagli effetti negativi prodotti dalla pandemia ancora in corso".
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