La proposta al Governo da parte del giornalista Biagio Maimone di inserire la Comunicazione come materia all'interno delle discipline scolastiche, a partire dalla scuola dell'obbligo. Il primo dovere della Scuola è educare al discernimento del bene dal male
15 luglio 2025 15:06Constatato l'avvento della nuova tecnologia, dei nuovi media, dei social, dell'intelligenza artificiale si rende necessario predisporre regole che ne disciplinino l'uso e, nel contempo, assegnare alla scuola il compito di insegnare le regole deontologiche che sorreggono la comunicazione perché essa possa veicolare messaggi che non violino le leggi morali, fornendo agli studenti, a partire dalle scuole elementari, gli strumenti conoscitivi perché sappiano affrontare i nuovi linguaggi tecnologici con l'adeguata formazione per saper contrastare il cyberbullismo e l'incitazione all'odio.
E' in fase di formulazione, infatti, la proposta che il giornalista Biagio Maimone ha deciso di sottoporre al Governo italiano che riguarda l'introduzione di una nuova materia d'insegnamento, a partire dalle scuole elementari, la cui la finalità è quella di educare gli studenti a riconoscere l'importanza che riveste la comunicazione sul piano delle relazioni umane, di come le influenzi e ne determini la natura.
Biagio Maimone chiederà al Governo Italiano di inserire tra le materie scolastiche l'insegnamento della Comunicazione, convinto che l'epoca attuale veda l'affermarsi di una subcultura della comunicazione che rischia di impoverire sempre più la relazione umana, in quanto i messaggi che essa veicola spesso sono diseducativi.
Egli afferma che alcuni media, i social ancor di più, veicolino messaggi i cui contenuti sono pervasi dalla violenza e dall'odio sociale, nonché dall'intento di screditare e porre sul rogo chi ritengono essere un avversario.
Egli ritiene che la parola fondi i significati vitali dell'esistenza umana, che abbia il compito primario di interpretare la vita nelle sue infinite manifestazioni, di sorreggere ed incentivare i processi vitali della società umana e che, per tale motivo, debba essere umanizzante, dialogante e non conflittuale.
Sulla scorta della constatazione che il significato profondo del linguaggio venga eluso e sostituito da un distorta concezione di esso come arma di offesa, come strumento di diffusione di fake news, di menzogne e distorsioni del concetto di conoscenza, ritiene non più rimandabile un intervento educativo relativamente al valore del linguaggio e della comunicazione nelle sue svariate declinazioni.
Egli sottolinea vigorosamente che, con l'avvento dei social a cui tutti possono accedere, anche i bambini, i quali sono posti di fronte ad una serie infinita di notizie, molte delle quali diseducative, si renda necessario un intervento finalizzato non solo a disciplinare l'uso distorto dei social e della tecnologia nel suo complesso, ma anche e soprattutto si renda necessario un mirato intervento educativo, sin dalla più tenera infanzia, che consenta ai bambini e, conseguentemente, agli adulti di discernere i contenuti la cui finalità è diretta a diffondere "il male" per l'individuo e la società , da quelli la cui finalità è diretta a diffondere "il bene" per l'individuo e la società.
Tale opera educativa non solo è necessaria, ma è anche inevitabile affinché non si generi un'involuzione morale della società, a cui sono proposti contenuti nocivi e dissacratori della verità e della morale.
Egli afferma: "Siamo di fronte ad una svolta epocale che vedrà anche l'avvento di nuove tecnologie, tra cui l'intelligenza artificiale, che devono essere governate attraverso una sapiente opera educativa della collettività, a partire dall'infanzia, per evitare danni irreparabili che possano scaturire da uno sviluppo selvaggio ed incontrollato di tali tecnologie.
Ed ecco, pertanto, la necessità, di dar corso ad un processo pedagogico, che prenda le mosse dalle scuole elementari, che educhi i bambini a discernere i valori dai disvalori che una comunicazione selvaggia può generare, affidata all'arbitrio di chi trae vantaggio dall'inganno e dal proliferare del pensiero superficiale, che genera odio sociale, il bullismo, il cyberbullismo".
Il giornalista Biagio Maimone, autore del libro "La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario" , per i motivi suesposti, proporrà un progetto, in fase di stesura, al Governo al fine di veder inserita tra le materie di studio, la materia "Comunicazione e Linguaggio".
Il giornalista consulterà l'Ordine del Giornalisti per formalizzare il progetto in modo dettagliato e precipuo.
Insegnare il valore che riveste la parola per creare la relazione umana deve essere un compito della scuola e delle Istituzioni secondo Biagio Maimone affinché si sviluppi e si affermi una filosofia della vita che ponga al centro l'amore, il dialogo, la gentilezza, le belle maniere, il gesto fraterno, che sono i pilastri su cui poggia il progresso umano .
"Affidiamo il destino dell'umanità all'opera educativa che pone al centro l'educazione delle coscienze attraverso l'insegnamento dell'arte comunicativa, del linguaggio creativo per eccellenza, che apre le porte alla conoscenza profonda ed autentica della vita interiore ed esteriore dell'essere umano" ha auspicato Biagio Maimone.
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