Il Gom di Reggio Calabria presenta il suo "modello" per il trattamento del danno polmonare acuto da Covid-19

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images Il Gom di Reggio Calabria presenta il suo "modello" per il trattamento del danno polmonare acuto da Covid-19

Le assunzioni a tempo indeterminato fra stabilizzazioni e idonei delle graduatorie. I precari non stabilizzabili prorogati fino al 31 ottobre per l'emergenza COvid

  20 maggio 2020 22:56

Una tecnica innovativa per il trattamento del danno polmonare acuto legato a CoVid-19 è stata messa a punto dall'equipe medica del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, in collaborazione con il dr. Michail Sitkovsky, della Northeastern University di Boston, il prof. Antonio De Lorenzo del Department of Biomedicine and Prevention, dell'Università di Roma "Tor Vergata", il prof. Federico Bilotta del Department of Anesthesiology, Critical Care and Pain Medicine del Policlinico "Umberto I", dell'Università "La Sapienza" di Roma, il prof. Michele Caraglia Department of Precision Medicine, dell'Università "L. Vanvitelli" di Napoli. Una terapia che ha permesso di risolvere 13 casi di infiammazione polmonare che viene definito "danno polmonare acuto", e che, ha spiegato Pierpaolo Correale, oncologo ed immunologo illustrando la cura, "non si manifesta solo per il CoVid-19 ma anche a seguito di ischemia, in presenza di infezione da virus di influenza, o in caso di febbre". "In un primo momento - ha aggiunto - si manifesta una polmonite interstiziale cui segue una tempesta infiammatoria dove ci troviamo tutta una serie di cellule e sostanze che, mentre prima agivano in maniera coordinata, ora agiscono in maniera totalmente scoordinata e tendono a peggiorare il caso. Esistono per questa fase già diverse sperimentazioni. In questa situazione il paziente ha bisogno di ossigeno. Una circostanza che pone dei grossi problemi perché mette fuori gioco i meccanismi di sicurezza autonomi del nostro organismo. Quando le cellule muoiono liberano nell'organismo, in maniera massiva ATP dando così un segnale di pericolo. Per fortuna la natura interviene per degradare questa ATO producendo adenosina, che è il più potente inibitore dell'infiammazione. Questo succede in tutte le infiammazioni. Ma nel paziente CoVid-19 l'ossigeno di cui ha bisogno il paziente intubato blocca l'azione dell'adenosina". La tecnica elaborata a Reggio Calabria è stata quella di stimolare questo recettore e ripristinare il processo di riparazione attraverso la somministrazione per aerosol, al 21% di ossigeno. La tecnica, è stato spiegato, ha portato, in sole 120 ore, alla risoluzione del quadro dispnoico in 13 su 14 pazienti trattati in condizione off label. Tale tecnica è oggetto di brevettazione e pubblicazione editoriale al vaglio dell'AIFA per la nascita di uno studio clinico randomizzato su larga scala.

Quella illustrata oggi è solo una delle attività di ricerca in cui è impegnato il GOM di Reggio Calabria con collaborazioni con importanti università e centri di ricerca italiani e stranieri. Uno short report ha riguardato il protocollo terapeutico per la nutrizione artificiale dei pazienti critici con CoVid-19. Un altro progetto ha portato al deposito di un brevetto e alla sottomissione di manoscritti sulle riviste "Frontier Immunol" e Lancet Ecology" sulla valutazione osservazionale multicentrica del gruppo GOIM/CIPOMO (Studio Invidia 2) sulla suscettibilità del CoVid-19 e Virus influenzale e dei possibili eventi avversi della immunoterapia con anticorpi inibitori di PD1/PDL1 in pazienti con carcinoma polmonare, e, la correlazione epidemiologica sul territorio nazionale dell'incidenza regionale e provinciale dell'infezione CoVid-19 con la diversa frequenza d'espressione di alleli HLA di classe I A B e C.

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