di ANTONELLO TALERICO*
Leggere le parole dense di passione, di dolore ma anche di speranza di Girolamo Galluccio (LEGGI QUI) – già Comandante della Polizia Municipale di Catanzaro – sullo stato di totale abbandono del nostro Cimitero Urbano, non può e non deve lasciarci indifferenti. Ecco perché sento il dovere di alzare la voce, al fianco di chi – come Galluccio – non si rassegna al silenzio, all’incuria, alla dimenticanza. Le sue parole non sono solo una denuncia, sono un atto d’amore verso la nostra città e verso il rispetto dovuto a chi non è più tra noi.
Condivido fino in fondo ogni riflessione espressa nel suo intervento, che con lucidità, cultura e rigore morale ci pone dinanzi a una verità inaccettabile: Lo stato indegno dei luoghi dove la rassegnazione non avviene mai, dove si piangono i propri cari, dove la dignità ed il rispetto dei morti imporrebbe maggiore attenzione e senso di civiltà.
Abbiamo il dovere morale e istituzionale di reagire. Se le luci votive sono spente da mesi, se le tombe sono danneggiate, se l’obitorio è al collasso, se il forno crematorio è fermo, allora c’è un sistema che non funziona, e bisogna rimetterlo in moto senza indugi. Nessuno può continuare a fare finta di nulla, perché ogni giorno che passa è un’offesa a chi riposa in quel luogo ma anche a chi in quei luoghi va per ricordare il tempo della vita terrena.
Ringrazio pubblicamente Don Andrea Perrelli, Cappellano del Cimitero, per la forza delle sue parole, pronunciate in Omelia il 6 luglio scorso. La sua voce è diventata quella di un popolo indignato, ferito, ma non arreso. La Chiesa, in questo caso, si è dimostrata ancora una volta baluardo di verità e di giustizia sociale, laddove spesso la politica si è rifugiata nel silenzio.
Galluccio ha citato con grande potenza evocativa la Bibbia, Gramsci, Aldo Moro, il Vangelo, i martiri della fede e della verità: parole e riferimenti che ci interrogano nel profondo e ci costringono a guardare in faccia alla realtà.
Ma è ora necessaria un’azione collettiva, corale, trasversale. Non può esserci colore politico davanti alla morte, né può esserci divisione quando si parla di un bene comune sacro come il Cimitero.
Mi rivolgo al Sindaco, alla Giunta, al Consiglio comunale tutto: intervenite. Fate presto. Fate bene. Fatelo con il rispetto che si deve ai vivi e ai morti. Fatelo con il rispetto che riservereste ai Vostri cari.
A Galluccio dico grazie per il suo appello, che non è solo denuncia ma proposta, stimolo, luce in mezzo al buio di un’indifferenza che non possiamo più permetterci.
Come lui, anch’io sono pessimista con l’intelligenza, ma ottimista per volontà. E con questa volontà continuerò a battermi perché Catanzaro ritrovi, anche nel luogo della memoria e del silenzio, la sua dignità perduta.
Al sindaco Fiorita chiedo di dimostrare con azioni concrete che il suo recente appello a “costruire speranza, contro odio e rassegnazione” non resti l’ennesima dichiarazione di facciata, priva di riscontri reali e interventi tangibili.
*Consigliere regionale e comunale
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