di GIOVANNA BERGANTIN
E’ un momento difficile. Siamo ancora lontani dalle persone e dai luoghi che ci mancano, ma, nonostante tutto, siamo ottimisti. L’innovazione e la cultura sono due buone chance per non arrendersi al virus e per ripartire. Gli studenti della generazione covid si fanno sentire e mi sembra giusto ascoltarli. Sono scese in piazza Anita ed Elisa che a Torino fanno lezione davanti le scale della scuola chiusa, seguite a ruota da altre compagne e dal tam tam dei gruppi sui social per protestare contro l’isolamento, la solitudine di tante giornate senza scuola. E’ certo che a due mesi dall’inizio dell’anno scolastico viviamo un continuo stop and go e navighiamo in una marea di sigle e acronimi in cui si fa fatica a districarsi.
“E chi si raccapezza più!” mi dice sfiduciata Laura, giovane mamma di Carla, piccola peste di otto anni che invece riassume con vivacità infantile le tappe della vita scolastica attuale. Ci hanno sorpreso di nuovo. I ragazzi dell’era covid hanno davanti a sé un orizzonte interrotto, mentre il futuro con i suoi progetti è tutto quello a cui aspirano. Intanto viviamo il nuovo quasi-lockdown e la scuola affronta le incertezze dei tempi, respira l’aria di una nuova complessità, stravolge i propri riti. L’inverno è una nebulosa. Ma la scuola resiste, l’attività non si ferma, va avanti col suo progetto educativo, senza sosta e senza paure, fa lezioni a distanza, “in diretta”, come nei programmi televisivi, per scacciare i fantasmi del contagio. Il laboratorio di enogastronomia? Dalla cucina della propria casa. A Paola, nell’Alberghiero “S. Francesco“ si fanno da remoto non solo le lezioni, ma anche i laboratori, essenziali per questi futuri professionisti di ristorazione, hôtellerie e turismo. Alle 8.20, lezione nel Laboratorio di enogastronomia. I ragazzi della 3B, imparano a realizzare le paste fresche con i principali sughi che accompagnano i piatti e gli chef/professori De Simone e Carnevale insegnano a utilizzare le salse nelle due fondamentali funzioni di condimento e decorazione.
“Pentole e piatti….. pronti a distanza ed ecco che il laboratorio è servito – spiega Elena Cupello, preside dell’I.P.S.E.O.A. di Paola abituata ad ottimizzare le risorse disponibili e attenta alle novità in un indirizzo scolastico che fa della sperimentazione la propria bandiera – Del resto questa non è un’altra scuola, ma è la sfida dell’innovazione nella scuola. Allo stesso tempo, cerchiamo di assicurare ai nostri studenti condizioni che consegnino competenze chiavi, utili per il futuro”. Da diverso tempo si parla di aule “aumentate” dalla tecnologia per un’integrazione quotidiana del digitale coerente con le metodologie, l’età e i diversi bisogni degli studenti. In questo ultimo anno poi, abbiamo imparato a conoscere che didattica e progettualità possano avvenire ovunque e l’aula-classe non è un limite fisico, ma un luogo aperto dove spazi comuni e ambienti collaborativi giocano un ruolo centrale.
“In genere i docenti presentano le esercitazioni dal laboratorio scolastico e si interfacciano con gli Studenti da casa.– aggiunge la Cupello -Si passa il tempo a ingegnare sempre qualche idea nuova, una didattica più coinvolgente, perché non si perdano giorni preziosi per il loro futuro. Cerchiamo di rendere tutto il più semplice e naturale possibile. Adesso tutto è in sosta e non sappiamo cosa accadrà. Contiamo al più presto di tornare in presenza”. Insomma, grande possibilità le tecnologie a scuola e ce ne siamo ben accorti dall’inizio del contagio.” Però manca tanto il vivace fervore di sempre, testimone del nostro modo di essere scuola, i nostri Studenti e il via vai giornaliero- sospira la preside Cupello - ma intanto, per tenerci in contatto ed essere un punto di riferimento, traiamo vantaggio da tutte le tecnologie disponibili”.
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