Il Maestro Marco Paoli, scrittore e già attore, autore e regista teatrale con un trascorso che lo ha visto impegnato con i maggiori attori italiani, nonché direttore artistico di teatri di rilevanza nazionale, ritorna in Calabria a pochi mesi dalla altra sua tournée dello scorso autunno, segno di una affezione alla nostra terra e cui fa da sponda il corrispondente apprezzamento di pubblico e operatori.
Numerose le iniziative che lo vedono impegnato tra Catanzaro e Cosenza per quasi l’intero mese di Febbraio 2024. Sarà infatti nella città capoluogo a partire dal 13 febbraio, data in cui terrà – presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, il primo di tre seminari del ciclo “Attività teatrale ed educazione emotiva” per il Master “Il docente esperto in educazione emotiva” che, sotto la direzione della Prof.ssa Tiziana Iaquinta e della codirezione Prof.ssa Teresa Iona, ha riscosso e sta riscuotendo successo in tutto il paese.
Proseguirà poi il 14 febbraio alle ore 17:00 con la presentazione del romanzo “La guerra secondo Barnaba” presso il SuperCinema, sito in via XX Settembre; giorno 17 febbraio alle ore 17:00 sarà ancora impegnato nella presentazione del suo primo libro “Il Re della Giostra”, forte di un notevole successo di critica a pubblico, presso la Galleria Arte Spazio sita in via Lucrezia della Valle 72, per poi chiudere gli impegni nel capoluogo con la pièce teatrale “Il mio amico cane”, di cui è attore, autore e registra, il 22 febbraio successivo sempre presso il Supercinema di Catanzaro. Successivamente un ricco calendario anche su Cosenza.
Il 14 febbraio p.v., quindi, avrà luogo la presentazione del secondo lavoro di narrativa del Maestro Paoli che segue a breve distanza la sua opera prima, “Il re della giostra”, il cui successo di pubblico e critica continua ancora oggi a tre anni dalla sua uscita.
Questa seconda opera, “La guerra di Barnaba”, presente al Salone del Libro di Torino ed oggi selezionato per la vetrina letteraria di Casa Sanremo Writer, una delle maggiori manifestazioni del genere agganciata al famoso festival, pur mantenendo lo stile spigliato e scorrevolissimo dell’altra, mette in luce un intero universo di sentimenti attraverso il viaggio che il suo protagonista compie e che lo porta in contatto con vissuti differenti dal suo, ai quali si approccia con la curiosità, la benevolenza, la capacità affettiva e l’empatia che solo un giovane sensibile, pieno di speranze e con una infinita voglia di vita riesce a condensare in se stesso.
Il contesto temporale non è definito, potrebbe essere un qualunque periodo tra l’inizio e la fine del XIX secolo. La storia di Barnaba si snoda in ritmi prima delicati e perfettamente calati nella realtà rurale italiana di un tempo per poi accelerare, in una alternanza perfettamente sincronizzata alle vicende che si trova a dover affrontare durante il suo viaggio di andata e ritorno. E si, perché quello di Barnaba è il racconto di un viaggio, uno dei tanti viaggi che migliaia di giovani di quei tempi affrontavano quando attraversavano a piedi interi territori per andare in guerra, in nome e per conto del re e della patria. Ed è proprio con questi riferimenti che tutta la storia prende un senso definendo col proprio nome, senza edulcorazione alcuna, l’orrida e contronatura vicenda che si racchiude dietro alla guerra, qualsiasi essa sia.
Ancora una volta l’influenza che una vita di teatro riflette sullo stile narrativo rende più affascinante la lettura, spingendo il lettore a perdersi nelle pagine tanto sapientemente quanto realisticamente narrate, in cui anche il più piccolo dettaglio finisce col prendere corpo come davanti, appunto, ad uno spettacolo teatrale magistralmente recitato.
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