di MARCO AZZARITO CANNELLA
C’è qualcosa in questo mondo di terrificante. Che va ogni più nera immaginazione, ogni oltre più buia prospettiva.
Ho sperato fino alla fine che quei resti umani trovati sepolti, in un giardino di casa, non appartenessero a due neonati, uno dei quali sembrerebbe nato vivo e morto per uno shock emorragico da recisione del cordone ombelicale.
Ho sperato nel fascino del paranormale, come in una storia di Dylan Dog, personaggio che sto iniziando a conoscere, dopo la sponsorizzazione del mio vicino di casa, che mi ha promesso infiniti albi da leggere e rileggere.
E invece no. La storia era molto più semplice. Eterribile.
Era quella di Chiara, babysitter modello poco più che ventenne, con la passione per i viaggi, per le foto su Instagram, per le feste.
Una ragazza come tante altre, ma con l’inclinazione per l’infanticidio. Dei propri figli.
Ne ho sentite di notizie e ne ho letti di pareri da parte degli esperti. Ho letto del “totalitarismo emotivo”, della “frattura tra funzionamento cognitivo ed emozionale”, ma proprio non riesco a capire come una madre possa premeditare e mettere in atto l’uccisione dei propri figli, non appena messi al mondo, continuando la sua vita come se nulla fosse accaduto, tra un viaggio e una foto social.
E capisco ancora meno, come sia possibile che nessuno, ma proprio nessuno, si sia accorto di quello che stava succedendo.
Perché si possono nascondere tante cose. Un’amante, un conto in banca, perfino la propria reale identità. Ma come si può nascondere una gravidanza, anzi due, nell’epoca in cui tutti sanno tutto di tutti? Come si può nascondere il cambiamento del proprio corpo alla propria famiglia, al proprio partener, a chi per strada riconosce le rotondità tipiche di una gestazione?
Ho scritto tante volte di quanto questa generazione sia fragile e debole. Di quanto sappia diventare cattiva. Ma ogni volta che credo di essermi spinto al limite, qualcuno porta ancora più in là il confine.
Ed allora, eccoci di nuovo, a parlare della solita storia: giovani allo sbando, famiglie distratte (da chi o da cosa?), modelli sbagliati, amplificati dal megafono dei social media – basta pensare che la notizia più chiacchierata del momento è il “dissing” tra due perfetti idioti, che sputano in piazza vicende che dovrebbero rimanere in casa – egoismo quale unico vero scopo di vita. A far da filo conduttore la profonda solitudine che si respira nell’aria. Il risultato? Giudicatelo voi.
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