di MARCO AZZARITO CANNELLA
Mi ha fatto molto riflettere l’intervista rilasciata da Asia Vitale a “La Zanzara”, noto programma radiofonico, famoso per essere decisamente sopra le righe.
La ragazza fu vittima, nel luglio di due anni fa, a Palermo, di uno stupro di gruppo, per il quale sette ragazzi sono stati – giustamente – condannati.
Giustizia è fatta direte voi. E sono d’accordo.
Una violenza sessuale deve essere condannata. Sempre.
Ma mi hanno lasciato molto perplesso le parole della ragazza che, ai microfoni di Radio24, ha dichiarato, senza troppi giri di parole, di avere una particolare predisposizione per il sesso – parole sue – e di intrattenere regolarmente rapporti sessuali con più persone, sotto l’occhio digitale di OnlyFans, piattaforma in grado di generarle guadagni per oltre novemila euro al mese, non sufficienti a garantirle un adeguato stile di vita.
Non fate facili commenti. E non siate ingenerosi verso la ventenne.
Vendere il proprio corpo online, per quanto eticamente disprezzabile, non fa della ragazza una poco di buono né giustifica chi, senza consenso, ha abusato di lei.
Ciò che invece dovrebbe farci pensare è come si sia arrivato a questo e a come sia possibile che oggi il modello OnlyFans sia quello più seguito da giovani e meno giovani.
Intendiamoci.
Non mi scandalizza il fatto che una donna decida di fare soldi con OnlyFans. È sempre più comune ormai, vedere ragazzine poco più che maggiorenni, donne mature e persino ex soubrette in declino, guadagnare cifre astronomiche con foto, video e tour sessuali. L’anno scorso, c’era chi andava in giro, con lo scopo di fare sesso con più sconosciuti possibili, così da rimanere incinta di chissà chi.
Ognuno è libero di fare ciò che vuole, direte voi.
Non la penso proprio così, ma non è questo il punto, almeno questa volta.
Perché quello che proprio non riesco a comprendere, nel caso della Vitale, è come una vittima di abusi possa sostenere che prostituirsi online, per consapevole scelta – perché di questo si tratta, qualcuno lo dovrà pure dire – sia l’unica via per tirare a campare.
No cara Asia. Hai semplicemente scelto la strada più facile per guadagnare, quella del sesso pagamento, e stai cercando di giustificare la tua scelta cavalcando l’onda di un pregiudizio che nessuno ha mai nutrito nei tuoi confronti. Almeno sino ad oggi.
Perché sì, sei stata vittima di uno stupro e meriti massima solidarietà. E sì, sei libera di scegliere il lavoro che più preferisci, anche quello su Onlyfans. Ma far passare l’idea che la vittima di uno stupro, trovi un lavoro appagante solo come onlyfanser o peggio utilizzarla come giustificazione alla tua scelta di avere un profilo su una piattaforma per adulti, mi sembra davvero poco rispettoso nei confronti di chi, come te, ha subito e, magari, subisce ancora.
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