Il Marcodì: "Succede, se succede"

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Il Marcodì
  07 ottobre 2024 08:19

di MARCO AZZARITO CANNELLA

Se c’è una cosa che ho imparato in questi ultimi anni, è che le cose succedono. Non c’è una ragione specifica, non c’è un tempo prestabilito, non c’è nemmeno uno spazio determinato.
Succedono quando meno te lo aspetti, succedono anche se non vuoi.

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Succedono e basta.Ti svegli in una mattina qualunque, pensando ad una giornata uguale a tutte le altre e invece, all’improvviso, vai a dormire con la strana sensazione che qualcosa sia cambiato.

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Forse è cambiato davvero, forse no. Non riuscirai mai a saperlo fin quando non ci passerai dentro. Se ci passerai dentro. Quando mi è successo la prima volta, mi sono affannato nella ricerca di una spiegazione e ancora oggi non l’ho trovata.

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Rispetto al passato però, ho capito che una spiegazione non c’è, o più semplicemente, che non mi interessa più trovarla ad ogni costo.

Perché, come scriveva Mary Schmich, in uno dei monologhi più belli che abbia mai letto (ed ascoltato), è completamente inutile preoccuparsi per il futuro, e se ce se ne preoccupa, beh, bisogna farlo con la consapevolezza che questo ci aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica.

È il caso a guidarci, persino nelle nostre scelte. Pensate alla mirabolante storia di Chiara Ferragni, icona femminista, donna in carriera, acclamata dalle folle, seguita da milioni di follower. Fino ad un anno fa.

Oggi è sparita dalle scene, ha una famiglia distrutta e un’accusa di truffa aggravata le è piombata addosso come un siluro in Libano.

Chi lo avrebbe mai detto?

Certo, direte voi, se l’è cercata. La storia del pandoro doveva essere evitata. Ma siamo sicuri che siano tutte sue le responsabilità di questa brutta storia?

Perché vedete le cose succedono, ai famosi e ai non famosi, senza distinzione.

E alcune volte vanno oltre il nostro controllo

La Ferragni aveva un intero pool di avvocati, manager, specialisti del settore. Nessuno si è accorto di nulla? Strano. Con questo non voglio dire che Chiara non abbia le sue responsabilità. Ha fatto le sue scelte, certo, ma sono abbastanza sicuro che non immaginava quello che le avrebbero comportato o, perlomeno, che non ne fosse pienamente consapevole.

Del resto, come scriveva la Schmich sempre in quel monologo - se non lo avete mai fatto, ascoltatelo, googlando “monologo The big Kahuna”, non ve ne pentirete! - le nostre scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro. E, aggiungo io, in alcuni momenti, è estremamente difficile scegliere!

 

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