Il messaggio di Giuseppe Schillaci
20 settembre 2020 17:28DI GIUSEPPE SCHILLACI*
Vorrei far giungere a tutti voi un saluto che è di stima e di speranza. Stima per il lavoro a scuola che non si è interrotto e che ora conosce un nuovo entusiasmo, ma anche un nuovo e grande impegno. Per questo la stima del Vescovo è per la scuola, per i suoi dirigenti, per i suoi docenti, per chi lavora e collabora e per i bambini, i ragazzi e giovani che vivono questo mondo bello e promettente che è la scuola.
Dobbiamo avere stima per il complesso lavoro portato avanti con non poche difficoltà, ristrettezze e guidato dai dirigenti dei nostri istituti per assicurare la ripresa dell’anno scolastico. Dobbiamo avere stima dei nostri docenti impegnati nella vita a essere “veri insegnanti” che segnano con le loro parole e virtù il sentiero degli alunni. Dobbiamo avere stima del desiderio dei nostri alunni di tornare a scuola, di riprendere le lezioni, le relazioni e quindi la strada della crescita e della formazione. Dobbiamo avere stima di chi lavora nella scuola e offre la sua umanità e professionalità per rendere umana, accogliente, gentile e bella la nostra scuola.
Questa stima genera la speranza. È possibile prendersi cura dei più piccoli e dei giovani, mostrando loro una via dove nessuno è lasciato indietro o solo e dove la verità serve per il bene e il bene serve per tutti. Abiteremo le nostre scuole, rivedremo volti e incroceremo pezzi di strada degli altri. Ai docenti dico: educate alla virtù. Ogni conoscenza e formazione è vera quando è accompagnata e genera la virtù. Agli alunni dico: create un’immunità di classe contro ogni violenza!
Contagiatevi di bene. Guardate in classe e a scuola chi ha bisogno di aiuto e mostrate che l’amicizia con Gesù rende capace di amare la vita, gli altri e questo mondo non sempre attento alle giovani generazioni. È una ripresa nuova, attesa, carica di promesse. Anche chi non va a scuola, ha atteso questa apertura, come un primo passo di ripresa della vita dopo
l’esperienza della pandemia.
Che cosa vorremo custodire di questi mesi trascorsi? Cosa portiamo nella nostra memoria? Forse di essere scampati a un pericolo? O di aver assistito a un evento storico unico? Penso che tra i banchi di scuola ritornerà anche la
convinzione che la scuola non è un’azienda che produce prodotti culturali. La scuola è convivenza e cammino di persone. La scuola è relazioni ed è soprattutto il luogo dove anche le generazioni si alleano per un bene da condividere, da donare e da far crescere.
Per questo motivo i cristiani che vivono e abitano la scuola sentono ancora di più la vocazione ad amare appassionatamente ogni persona che si incontra e si serve. L’amore del cristiano è il lievito di grazia. A voi tutti va il mio saluto e la mia benedizione! Sarà un anno nuovo. Sarà l’anno della ripresa. Sarà l’anno del sacrificio, ma sarà un anno buono se continueremo ad educare alla virtù e se il bene non smetterà di circolare tra noi e tramite noi.
*Vescovo di Lamezia Terme
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