di CLAUDIA FISCILETTI
E' una fiaba per grandi e piccini quella che Giovanni E. Audino ha messo a disposizione dei lettori de La Nuova Calabria, e che ha scritto per i suoi figli quando erano ancora piccoli, dando il titolo "Il mistero delle favole rubate".
"In questo racconto i bambini sono i protagonisti e, in un rocambolesco susseguirsi di incontri e avventure, grazie al loro coraggio, riescono a concludere felicemente la loro storia", scrive l'autore in merito alla storia dalle tinte fiabesche e avventuroso.
In questo racconto "i bambini lottano, ed hanno il desiderio di risolvere quanto di drammatico è loro accaduto, non accettano di aspettare immobili e inerti che le cose si “sistemino da sole”. Non hanno bisogno di “speranza”, ma sentono di dover agire", continua Audino che poi fa un breve excursus storico e letterario su quello che rappresenta la speranza.
"Secondo i Greci, la speranza non è qualcosa di positivo! Prometeo dice: ”Ho impedito agli uomini di vedere la propria sorte, per far questo ho posto loro cieche speranze”. Ecco cos’è la speranza per i Greci: cecità".
E ancora: "Come raccontava Gilbert Keith Chesterton, l’autore di Padre Brown, che amava moltissimo l’Italia: “Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi esistono. I bambini sanno già che i draghi esistono. Le fiabe raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi.”
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