Il mito di Medea a Catanzaro per AMA Calabria: Filippo Gessi racconta il suo Giasone

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images Il mito di Medea a Catanzaro per AMA Calabria: Filippo Gessi racconta il suo Giasone

  02 marzo 2023 18:17

di ANNA TRAPASSO

Sebbene la protagonista dell'Elegia per la principessa barbara sia lei, Medea, una delle donne più discusse e conosciute della mitologia e drammaturgia classica, notevoli sono i personaggi che appaiono al suo fianco, sia nel mito originale che nella rivisitazione di scena al Teatro Comunale questa sera alle 21, produzione di Scena Nuda a Catanzaro per AMA Calabria. 

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Tra questi, senza dubbio il più celebre è Giasone. 

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Sposo di Medea, Giasone è noto per aver guidato la spedizione degli Argonauti alla conquista del vello d'oro. Nella Medea di "Scena Nuda", Giasone è interpretato da Filippo Gessi. Proprio con Gessi, attore d'esperienza, abbiamo parlato circa l'importanza simbolica del suo personaggio e l'intramontabile morale della mitologia greca.

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"Ho trovato sin dall'inizio che Giasone fosse un personaggio molto interessante -ha esordito Gessi- soprattutto nel momento in cui non si lavora ad una sua interpretazione in modo scontato, come se fosse una persona egoista piuttosto che maschilista. Leggere il mito di Giasone, oggi, ne fornisce un'idea chiaramente maschilista. Ma questo finisce per semplificare fin troppo il personaggio. Giasone -ci spiega Gessi- è un uomo che ne ha vissute talmente tante da trovarsi nella situazione in cui infine lo vediamo. Gli antecedenti sono fondamentali in quest’opera: è un uomo che ha condotto una guerra, che con Medea ha ucciso, massacrato, ne han fatte di cotte e di crude diremmo oggi, e sono arrivati ad un livello di non ritorno, di stanchezza, di età avanzata, in una società in cui se nascevi in un contesto sociale culturale "di un certo tipo", uscirne voleva dire diventare schiavo. Giasone, per la sua salvezza, aveva soltanto questa grande occasione, l'unico modo per preservare il suo rango, la sua posizione e la sua abitudine a comandare. A mio avviso non era un egoista, la sua era una scelta quasi obbligata, quella di accettare di andare a Tebe alla corte di Creonte, che gli avrebbe salvato la vita. Non intendo giustificarlo ma, nelle sue condizioni, era quasi naturale rinunciare a Medea dal punto di vista sentimentale e pubblico, poiché avrebbe sposato la figlia di Creonte, ma ciò non toglie che si sarebbe comunque potuto prendere cura di lei e la avrebbe potuta amare in segreto.

Il punto di vista drammatico, nel mito di Medea, è molto importante: per Giasone è un po’ come essere stanchi di una certa borghesia e  innamorarsi perdutamente di una donna che viene da una cultura completamente diversa, per poi ritrovarsi coinvolti in quel mondo, in quella cultura. Quando poi le esigenze pratiche della tua vita ti portano a fare i conti con la realtà, ti accorgi che quell’amore "cozza" con ciò che eri.

Giasone ci mostra la contrapposizione tra la praticità di una persona e l'ideale. La sua è una situazione che appartiene alla nostra vita anche oggi, la grande dicotomia tra ragione e sentimento.

Giasone non è neanche più tanto giovane, ha dato già tantissimo sia in guerra che dal punto di vista personale, ha già fatto il suo giro di boa, adesso ha bisogno di una certa sicurezza, e questo va a cozzare con il grande principio dei sentimenti. Dal punto di vista della tragedia greca, della catarsi e della morale, Giasone infine soccombe poiché non ha dato la giusta importanza al senso di umanità di Medea.

E' questa la visione verticale che le tragedie greche forniscono: "conosci la tua misura". Se non conosci la tua misura, al di là di quella soccombi in modo tragico". 

Oggi il teatro greco viene spesso rivisitato, reinterpretato e, talvolta, stravolto. Cosa ne pensa?

Sono d'accordo con l'innovazione ma a patto che la tragedia greca non venga toccata. Lo spettacolo che portiamo in scena a Catanzaro è innovativo, ad esempio, sul piano della musica, poichè la musica dal vivo accompagna la prosa conferendole ritmo e leggerezza, per uno spettacolo che va avanti con un certo brio, con più ritmo e più godibile rispetto al suo classico patetismo. Ulteriore innovazione è la rilettura attraverso i testi di EuripideSeneca, ma anche Corrado Alvaro e Franz Grillparzer, ma sensa che il senso della tragedia venga modificato. 

Presto, inoltre, gli attori riusciranno anche ad emanciparsi dal leggìo. L'intenzione è quella di eliminare proprio il leggìo dalla scena, così si darà più spazio all'azione, per uno spettacolo meno statico e molto fruibile, di un'ora e mezza al massimo.

Cosa ci insegna ancora oggi il teatro greco, per Lei che lo vive dalla prospettiva del palco? 

"Penso che i Greci siano tati un esempio di civiltà difficilmente raggiungibile. Ci hanno insegnato e ci ricordano sempre il senso della natura umana, che è tragica. Ci ricordano che siamo esseri mortali. E su questo nulla è andato oltre. Abbiamo vissuto 2000 anni di Cristianesimo che in un certo senso ci ha fatto credere che non moriamo mai, ma in realtà il problema dell'essere esseri mortali ancora oggi resta e ci afligge. Che ci sia l’illusione o il contentino o qualcosa di diverso non cambia la nostra natura e ciò che è il senso del limite e della nostra misura.

Questo tipo di pensiero resiste anche oggi, nell’era della tecnologia. Così come 2000 anni fa si diceva che non possiamo sfidare la natura, gli dei, poichè naturalmente soccombiamo, ancora oggi questo tipo di aspetto non lo abbiamo mai superato. Resta una verità assolutamente attuale, anche se oggi conosciamo qualcosa che ci fa vivere meglio e ci da altri tipi di risposte, ma non abbiamo superato il mistero della morte.

Questo il segreto della tragedia greca: essere sempre attuale e attuabile. Ancora oggi dobbiamo scoprire, interiorizzare e accettare il nostro limite di umani mortali, per vivere bene. 

Voglio concludere dicendo che oggi, quando noi auguriamo qualcosa a qualcuno, usiamo sempre dire "buona fortuna", o "pace", "bene", "successo". Prendo spunto da una persona che un giorno mi ha salutato augurandomi "che ogni tuo male possa essere sopportabile". E' questo ciò che insegna Giasone, è questo il senso di tutto".

Con Filippo Gessi, sul palco per AMA Calabria, ci saranno anche Francesca CiocchettiTeresa TimpanoFrancesca PicaAlfonso Paola e Miryam Chilà.

 

BIO Filippo Gessi


Inizia il suo percorso artistico negli anni ’90 a Milano prima nel “Laboratorio dell’attore” diretto da Raul Manso, successivamente si diploma alla “Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe” di Udine diretta da Claudio De Maglio. Frequenta diversi seminari e corsi di specializzazione con artisti della scena internazionale. Tra i maestri, docenti, attori, registi, coreografi, danzatori con cui si è formato, ci sono: Jurij Alschitz, Giuseppe Battiston, Carlo Cecchi, Massimiliano Cividati, Françios Kahn, Riccardo Maranzana, Massimo Navone, Pierre Byland, Galante Garrone, Michele Abbondanza, Ambra D’Amico, Renato Gatto, Sheela Raj, Glorian Friederich, Paola Bonesi, Giorgio Rossi, Valerio Binasco, Antonio Latella, Danio Manfredini. Tra gli artisti con cui ha lavorato e collaborato ci sono:Maril Van Den Broek, Nano Storti, Andrea Collavino, Massimiliano Speziani,Tommaso Urselli, Renato Gabrielli, Alessandro Berti, Serena Senigallia, Leo Muscato, Jurij Ferrini, Gigi Dall’Aglio, Massimiliano Farau, Walter Le Moli, Andrea Battistini, Giuliano Bonanni, Claudio De Maglio, Michela Lucenti, Gennadi Nicolaevic Bogdanov, Sabrina Sinatti.

Tra i diversi teatri e compagnie ha lavorato con: C.S.S. Teatro Stabile di Innovazione di Udine, Compagnia dei Borghi di Parma, Progetto U. R. T. Ovada (AL), il Teatro Stabile d’innovazione “Gioco Vita” di Piacenza, Fondazione Teatro Due- Teatro Stabile di Parma, Balletto Civile (SP). Lavora, collaborando con teatri stabili, d’innovazione e per l’infanzia con i quali ha interpretato ruoli in opere classiche. Comincia parallelamente a lavorare per realtà indipendenti affrontando la nuova drammaturgia e il teatro di ricerca. Ha vinto per due anni consecutivi il premio Giovani Realtà di Udine sezione giornalisti con la compagnia Giovio 15 della quale è stato co-fondatore con gli spettacoli “Macchia Nera” e “Midia” (l’uomo medio attraverso i media). Ha vinto il premio Momix a Mulhouse (Francia) con Teatro Gioco Vita con “Una Topolino alle Mille Miglia”.

Ha vinto il premio A.N.C.T. per la poetica del linguaggio con Balletto Civile nel triennio “Corpo a corpo” in residenza al Teatro Due di Parma con gli spettacoli “Woyzeck”- ricavato dal vuoto-, “Il Sacro della Primavera” e “Paradise” e il premio Fersen per lo spettacolo con Speziani-Urselli, con i quali collabora a Milano, con lo spettacolo “Il Tiglio”- foto di famiglia senza madre-. Nel 2010 fonda insieme a Teresa Timpano la compagnia teatrale “SCENA NUDA”. Con quest’ultima realtà è attore, regista e drammaturgo. Ha debuttato come autore e regista in stagioni create dalla compagnia, che ospita e produce spettacoli nel Teatro Sala Auditorium- Umberto Zanotti Bianco, nel quale ha la sua residenza, nella città di Reggio Calabria.

Nella residenza, la compagnia crea e sviluppa progetti di produzione, ospitalità e formazione. La compagnia vince il bando della Regione
Calabria per la realizzazione di eventi storicizzati per la realizzazione del festival “Miti Contemporanei”, realizzato nella provincia di Reggio Calabria.

Un Festival che accoglie spettacoli di ricerca, contemporanei che abbiano un anello di congiunzione con il Mito. La Compagnia “Scena Nuda” vince nel 2011 un fondo di residenza triennale della regione Calabria “2012-2013-2014”, nel 2015 vince oltre ad un ulteriore finanziamento regionale per il festival storicizzato “Miti Contemporanei”, una residenza triennale “2015-2016- 2017”nel medesimo Teatro—Sala auditorium. Tra gli spettacoli prodotti dalla compagnia SCENANUDA: “Luna di Miele” di Roberto Cavosi, regia Nano Storti, “Gli Innamorati” di Carlo Goldoni, adattamento e regia di Filippo Gessi, “Il magico viaggio” testo e regia di Filippo Gessi “ Il Tiglio-foto di famiglia senza madre” di Tommaso Urselli, regia Massimiliano Speziani.“Paradise”, da Le Troiane di Euripide regia Michela Lucenti, “Respiro” da Cassandra di Crista Wolf, regia di Michela Lucenti “Si Sta Bene sulla Terra” (da Beckett e Tristan Remy) di e regia Gennadi Nicolaevic Bogdanov, “ Icaro-l’ultimo volo” di Salvatore Arena regia di Filippo Gessi. “Un vecchio gioco” di Tommaso Urselli regia di Filippo Gessi. Ha lavoprato alla realizzazione dei testi “Pasifae”, “Uomini comuni” ed “Iso ed Eco”. Per il testo ‘’Uomini Comuni’’ ha ricevuto la menzione d’onore al premio Martucci città di Valenzano 2016. Dal 2017 è docente ospite per il modulo ‘training dell’attore’ presso L’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine (MIBACT).

 

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