Il Movimento Equità Territoriale M24A abbraccia l’appello degli operatori dello spettacolo

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images Il Movimento Equità Territoriale M24A abbraccia l’appello degli operatori dello spettacolo

  23 maggio 2020 13:31

di CARMINE MUSTARI

Il Movimento Equità Territoriale M24A abbraccia l’appello degli operatori dello spettacolo.

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“Gli operatori e le Maestranze dimenticate ad ogni latitudine. Pensate cosa può essere lavorare in Calabria poi.. dove non esistono sindacati di settore, dove il lavoro è già poco e i contratti sono veri miraggi! Ti va bene se vieni pagato con la ritenuta d’acconto. Ti va benissimo se vieni pagato”  

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Queste  le dichiarazioni congiunte del comitato nazionale che condividono e esprimono solidarietà ai  lavoratori della cultura e dello spettacolo che inviano le loro rimostranze tramite una lettera è stata inviata alla Presidente della Regione Calabria  Jole Santelli; al Vicepresidente e assessore alla Cultura Nino Spirlì; all’assessore al Lavoro, Sviluppo  Economico e Turismo Fausto Orsomarso; all’assessore all’Istruzione, Università, Ricerca Scientifica e Innovazione Sandra Savaglio; corredata dalla prime firme raccolte di professionisti dello spettacolo, che sono già più di duecento, e molti altri in queste ore stanno firmando. Gli attori, tecnici, scenografi, costumisti, registi, facchini, danzatori, musicisti, organizzatori, promoter, attrezzisti, cantanti, performer, i quali lavorano nei teatri, nel cinema, nelle scuole, nei musei, nelle piazze, nelle biblioteche, negli archivi. Contribuendo ad organizzare eventi, festival, rassegne, palcoscenici, spettacoli.

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“Costruiamo mondi. Produciamo cultura, bellezza, poesia. - Queste le dichiarazioni congiunte degli addetti ai lavori -  Facciamo vivere le storie e le tradizioni del nostro territorio e al contempo spingiamo avanti la riflessione sul contemporaneo. In seguito all'emergenza sanitaria, siamo stati i primi a chiudere e saremo gli ultimi a riaprire. L' improvviso blocco del settore, che si protrae ormai da più di due mesi, ha fatto emergere tutte le criticità che già lo attanagliavano. Un settore essenzialmente privo di tutele e di diritti. Regolato nella stragrande maggioranza dei casi da contratti a termine, precari, intermittenti, di collaborazione, a partita Iva. Crediamo che questa fase di sospensione possa e debba essere anche una fase di ripensamento radicale del ruolo e del significato che la cultura nelle sue molteplici espressioni assume nel nostro paese, e delle logiche che guidano le politiche culturali sia a livello nazionale che a livello regionale. Intendiamo la cultura, in linea con l’art. 9 della Costituzione, come bene comune, patrimonio sociale, presidio di civiltà a cui tutte e tutti devono poter accedere, che non può essere associata a logiche aziendali ma considerata come il tessuto connettivo necessario a legare il singolo alla comunità, uno spazio fondamentale per la crescita e la formazione di consapevolezza e coscienza sociale. Ci siamo riuniti in seguito alla drammatica emergenza che ha colpito il nostro settore già da fine febbraio, collaborando al dibattito che parallelamente si è svolto in tutto il paese, ed entrando a far parte del coordinamento nazionale, che in questi giorni ha prodotto un documento inviato alle istituzioni nazionali e regionali. L’apertura delle attività culturali, programmata per il 15 giugno, come da decreto Rilancio, DPCM 17 maggio (allegato 9), lascerà la quasi totalità degli spazi culturali nell’impossibilità di sostenere le misure e i costi richiesti per garantire la sicurezza sanitaria, non favorendo, quindi una ripresa reale del comparto”.

Preoccupazioni legittime, dubbi incertezze alle quali si chiede di corrispondere con un intervento economico adeguato, in direzione di un sostegno al reddito per le professionalità artistiche e tecniche, che garantisca loro la sussistenza fino alla ripresa reale e completa del settore.  Misure immediate di sostegno e a fondo perduto che coprano le spese ordinarie di mantenimento delle strutture (affitti, bollette, mutui, ecc.) per spazi culturali, teatri, associazioni, imprese creative, centri di formazione artistica e piccole aziende di servizi per lo spettacolo, che hanno sede nella regione.

Un tavolo di confronto urgente, tra le istituzioni regionali (Regione e Comuni) e le lavoratrici e i lavoratori del settore, per programmare le misure che consentano l’attuazione di manifestazioni culturali negli spazi all’aperto, nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Sarebbe anzi auspicabile l’istituzione di un tavolo permanente di confronto con gli operatori culturali che, traendo spunto dalle problematiche emerse dall’emergenza, possa costituire una garanzia programmatica e tutelativa del nostro ampio e produttivo settore e una nuova stagione di politiche culturali condivise. Lo sblocco della Legge 13/85, relativa ai fondi connessi alle attività di promozione turistica del territorio regionale nel periodo estivo. Contestualmente, chiediamo che per le imprese culturali e le imprese di servizi, venga evaso il credito pregresso per le manifestazioni relative all’anno 2019. E' il momento di investire sulle professionalità del territorio, immaginando spazi in cui ricostruire la socialità perduta in questi mesi di necessario blocco di tutte le attività, tutelando e valorizzando gli artisti e tutte le maestranze del settore.

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