Dopo più di dieci anni dall’ultima iniziativa del movimento No Ponte a Villa San Giovanni, dopo il blocco del progetto da parte dell’allora governo Monti e la messa in liquidazione della società “Stretto di Messina” SpA, ieri una bella e partecipata assemblea ha rilanciato la mobilitazione contro il mostro sullo Stretto, anche nel versante calabrese.
I diversi interventi che si sono succeduti hanno ben rappresentato le ragioni dell’opposizione a un progetto propagandistico e, quello sì, fortemente ideologico. Il professore Alberto Ziparo, coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico che ha studiato gli impatti del Ponte sullo Stretto, sintetizza le obiezioni tecniche affermando: “allo stato attuale l’unica speranza per avere un progetto esecutivo del ponte non è rappresentata da svedesi o cinesi, ma da un miracolo dello Spirito Santo!”.
Il fronte ambientalista, con WWF e Legambiente, ricorda la necessità di salvaguardare un’area la cui immensa biodiversità è unica al mondo e la cui valorizzazione rappresenterebbe un elemento di richiamo ancora più attrattivo del ponte stesso.
La sindaca di Villa, Giusy Caminiti, ricorda l’impatto della variante di Cannitello, imposta come opera propedeutica al Ponte, che ancora oggi rappresenta un ecomostro, con le “opere compensative” ferme al palo da anni. Ma nessuna opera può compensare gli impatti per quella che diverrebbe la “città sotto il ponte”, da qui l’impegno alla massima attenzione da parte dell’amministrazione villese a garantire cittadini e territorio in tutta questa partita.
E poi l’elenco delle doglianze di un territorio martoriato, acuite da scelte scellerate come l’autonomia differenziata o il taglio a forme di sostegno come il reddito di cittadinanza. Problemi “strutturali” quali un PIL pro-capite dimezzato rispetto alle realtà del centro-nord, una preoccupante ripresa dell'emigrazione di massa, la fatiscenza delle reti idriche in una situazione di siccità che interessa il Paese, un'atavica carenza di infrastrutture di trasporto, sia stradali che ferroviarie, una paurosa assenza delle prestazioni sanitarie, nei servizi per l'infanzia e per la formazione. La soluzione di tanti e tali problemi, secondo il Ministro delle Infrastrutture, continua ad essere subordinata alla realizzazione del ponte, panacea di tutti i mali per i nostri politici, fumo negli occhi per gli attivisti No Ponte. In molti degli interventi registrati nell'incontro di ieri, forte è stato l'appello a una mobilitazione allargata a tutte le realtà regionali, innumerevoli sono le aggressioni ai territori, dal raddoppio dell'inceneritore di Gioia Tauro, al rigassificatore ed altre emergenze ambientali. Dall'altra parte dello Stretto sono già state indette iniziative di mobilitazione, contro la realizzazione del ponte, sia nel mese di giugno che ad agosto.
L’imperativo è quindi riorganizzare il movimento, rilanciando subito un nuovo appuntamento per lunedì 17 aprile, per poi rivedersi costantemente ogni lunedì al Nuvola Rossa, lo spazio villese nato proprio sull’onda della mobilitazione No Ponte e inaugurato in occasione del primo anniversario della morte di Franco Nisticò. E proprio Franco Nisticò è stato oggetto di un appello promosso dal noto rapper reggino Kento, che quel tragico 19 dicembre 2009 doveva cantare sul palco allestito a Cannitello insieme a diversi altri artisti di fama nazionale. Restituire a quello spazio colori, allegria, musica e idee sarà uno dei prossimi obiettivi.
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