di CARMINE MUSTARI
Con una comunicazione ufficiale che contiene il decreto 4638 della Regione Calabria del 31.03.2023, il Museo Civico di Taverna entra tra i primi undici della Calabria a far parte del Sistema Museale Nazionale a darne notizia lo stesso direttore del museo Giuseppe Valentino.
“Dopo un lungo e complesso percorso di personale aggiornamento professionale, adeguamento degli spazi e dei servizi agli standard richiesti, siamo giunti al traguardo che ambivamo da tempo – dichiara Valentino - Un risultato fondamentale per il futuro dell'istituzione culturale che ho l'onore di dirigere da trenta anni e che ritengo, alla fine del lavoro, di poter condividere con l'amministrazione comunale di Taverna e con tutti i componenti l'organizzazione museale come il Cda e il Comitato Scientifico.”
Un risultato importante che nasce da un lavoro parsimonioso e professionale e che ha visto nascere il Museo Civico nel 1989 in seguito ad una delibera consiliare nella quale furono ufficializzati i primi atti di fondazione dell’istituendo museo, vista la disponibilità professionale dello stesso Valentino il quale si assumeva il compito volontario di ordinare il materiale ed allestire la sala museo, nonché affidando al predetto l’incarico per la direzione.
I documenti vennero approvati dalla Giunta Municipale presieduta dal sindaco Felice Foresta, che espresse la prima volontà operativa di costruire per la città di Taverna un luogo e una istituzione diretti all’attività culturale, al recupero e alla valorizzazione dell’esistente patrimonio artistico, alla conoscenza dell’opera di Mattia Preti e alla divulgazione dell’arte contemporanea in Calabria.
A gennaio, del 1990 con l’allestimento della mostra di Mimmo Rotella, si aprì il Centro Museografico – Dipartimento Arti Visive del Comune di Taverna in una stanza di otto metri per otto. La mostra documentale dedicata all’ideatore del dècollage venne allestita con poche opere, concesse in prestito da collezionisti privati e con un catalogo fatto di fotocopie spillate. Rotella inaugurò personalmente quel primo spazio, laboratorio per l’arte contemporanea, festeggiato dagli amministratori dell’epoca e da un gruppo di giovani artisti.
Nello stesso anno ci fu l’incontro con Angelo Savelli “il Maestro del bianco” e la sua decisione di esporre a Taverna insieme al fratello Carmelo Savelli. Nel corso degli anni il museo organizza diverse manifestazioni, con al centro l’arte Pretiana, e fu intorno al Cavalier Calabrese che si rafforzò il legame del museo con altre realtà museali, mostre a decine, ma tra le tante la prima dedicata a Mattia preti in occasione del terzo centenario della sua morte. Poi le mostre confronto, con Caravaggio, unica in tutta la Calabria, con il Guercino che Mattia Preti conobbe personalmente, le mostre confronto con la scuola pittorica napoletana.
Attualmente il museo tavernese vanta collaborazioni storiche con Malta, altra patria di Mattia Preti, ha firmato protocolli con L’Università di Reggio Calabria e di Napoli, ed è riconosciuta come realtà espositiva di spessore da tanti artisti, tanto che riceve gratuitamente e annualmente decine di opere da parte di artisti. Un riconoscimento più che dovuto e che gratifica tutti, dal sindaco Sebastiano Tarantino e tutti gli addetti ai lavori di una realtà destinata a divenire tra i centri museali più visitati al Sud.
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