Il Museo del Rock di Catanzaro ospita Mita Medici

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  01 giugno 2024 12:10

di MARCO VALLONE

“Ho avuto una famiglia anticonvenzionale“. “Mi travestivo già da piccola, mettevo le scarpe col tacco di mia madre dai 5 anni”. “Con gli amici chiacchieravamo sul Vietnam, i Beatles e i Rolling Stones”. “Franco Califano era molto affascinante”.

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Queste e tante altre chicche al centro dell'incontro avvenuto ieri pomeriggio, al Museo del Rock di Catanzaro, con Mita Medici, nome d'arte di Patrizia Vistarini, nota cantante e attrice, con un'importante carriera alle spalle, iniziata sin dagli anni '60. La bella chiacchierata è stata ideata da Piergiorgio Caruso, direttore del Museo, e ha visto Mita Medici interagire con il giornalista Franco Schipani, autore del libro “Senza vizi è una vita di merda”.

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Mita Medici ha raccontato, innanzitutto, di come, nel 1978, decise di partire per gli Stati Uniti, in particolare recandosi a Los Angeles. “Volli andare a vedere perché lì era così e perché qui stessimo vivendo tempi bui. Vi era la necessità di andare, c'era il sogno americano, siamo cresciuti con questo mito, benché poi abbiamo anche capito come l'America non sia tutto rose e fiori. Successivamente, trasferendomi a New York, ho vissuto anni meravigliosi. Quando arrivavo io, attrice italiana, gli americani impazzivano, perché all'epoca gli attori italiani erano molto ricercati. Ora un po' meno”.

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La conversazione con Schipani è poi proseguita, facendo leva sul rapporto che Mita Medici ebbe con i genitori in quella fase della vita. “Ho avuto una famiglia anticonvenzionale, i miei si sono separati quando avevo 6 anni. Attraverso mio padre ho vissuto il cinema e il teatro: ricordo Pietro Germi, un regista super eccelso, che dovrebbe essere proiettato a vita in televisione e nel cinema. Ho visto un mondo variegato, tra l'artefatto che poi diventa realtà, che forse mi ha aiutato molto. Mi travestivo già da piccola, mettevo le scarpe col tacco di mia madre già quando avevo 5 anni. Sono convinta che possiamo vivere tante vite se sperimentiamo con la fantasia. I miei mi hanno dato un'educazione ferrea, sul come stare a tavola e sul come rivolgersi agli altri. Anche se era una famiglia dove si facevano anche molti viaggi, e la vita ce la portiamo dentro, ma non è fuori da noi. La vita oggi ci viene raccontata troppo, e non sappiamo più quale sia la nostra e quella che ci raccontano. Questo mi ha dato lo sprint per girare il mondo. Volevo fare la ballerina classica, mi piaceva il tutù, e poi invece ho fatto l'attrice”.

Nel 1965 l'attrice, a 15 anni, vinse il concorso Miss Teenager Italiana al Piper Club di Roma. Ed è su questo che ha incalzato la curiosità di Schipani, interrogando Mita Medici sul perché avesse deciso di partecipare al concorso. “Ho partecipato perché qualche amico mandò la mia foto a un giornale, 'Big', col nome Patrizia Perini, e Perini era il cognome di mia madre. Ci misimo tutti a ridere. Normalmente con gli amici chiacchieravamo sul Vietnam, sui Beatles e i Rolling Stones. Ad ogni modo all'epoca votavano i lettori, non c'era il televoto. Rimanemmo in 3 e alla fine, praticamente quasi a mia insaputa, ho vinto. Poi ci fu 'Miss teenager nel mondo' e, visto che ero così piccola, avrebbero dovuto accompagnarmi, ma mia madre lavorava e mio padre spariva ogni tanto dalla mia vita, non sapevo esattamente dove fosse. A Los Angeles (prima ancora della partenza del '78 quindi)eravamo controllatissime. Ciononostante io riuscii a scappare dall'albergo, e quindi ho rischiato parecchio. Vagavo nelle strade, e sentivo della musica. In un club, con dentro migliaia di persone che sentivano la musica, in una nuvola di fumo lì dentro vidi Jim Morrison dei Doors. Ero portata verso il rock, sbirciai questo bellissimo ragazzo, e dopo mi ritrovai agguantata da una di queste guardie che mi riportò in albergo. Questo fu il primo approccio a questo mondo divertente. Alla fine, al concorso, arrivai terza”.

Tante altre sono ancora le curiosità sviscerate da Mita Medici al Museo del Rock, che i presenti hanno avuto modo di ascoltare, e nel mezzo della conversazione ogni tanto si è andati incontro a giuste pause intervallate dall' ascolto di diversi brani musicali. Tra tutti spicca un pezzo del gruppo musicale “Le Orme”, intitolato “Mita Mita”. Il direttore del Museo del Rock, Piergiorgio Caruso, ha rivelato come i componenti del gruppo dichiararono che scrissero questa canzone “perché Mita manco ci guardava”, suscitando l'ilarità dei presenti e la pronta smentita dell'attrice e cantante, che ha voluto precisare come lei fosse una persona che, quando faceva qualcosa, doveva farla bene: 

“Non è vero che non guardassi i Le Orme! Ad esempio, se io ballavo, pensavo a ballare. Non mi fregava di chi avessi intorno. Ero molto concentrata su quello che dovevo fare”.Infine qualche battuta sulla sua storia d'amore con Franco Califano, “uno dei miei primi grandi amori giovanili, era un uomo molto affascinante, con un gran sorriso, mi ha corteggiato e conquistato”. Ma l'amore sarebbe finito a causa di un tradimento di fiducia da parte del noto cantautore. “Io mi fido, ma se poi tradisci la fiducia non ce n'è per nessuno”. Ad ogni modo, Mita Medici ha poi tenuto a rivelare come recentemente sia uscito un remix di “Tutto il resto è noia” (noto successo di Franco Califano), in collaborazione con Alberto Zeppieri e Dj Thor, nel quale ha prestato la sua voce per l'inciso del ritornello del brano. Segno, evidentemente, di un legame comunque importante rimasto nel tempo.

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