Il 'non' piano industriale della Catanzaro servizi e quel debito da 2,3 milioni per Parco Romani

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images Il 'non' piano industriale della Catanzaro servizi e quel debito da 2,3 milioni per Parco Romani

  02 febbraio 2022 10:24

di GABRIELE RUBINO

"Un elaborato che a fatica si può definire piano industriale". Non c'è molto margine di interpretazione alle parole dette durante la seduta del Consiglio comunale di ieri dal dirigente alle Partecipate Antonino Ferraiolo. Il bubbone della Catanzaro servizi è di nuovo esploso in Aula ieri (LEGGI QUI)

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IL NODO IRRISOLTO DEL PERSONALE CHE BLOCCA I NUOVI SERVIZI- I problemi sono sostanzialmente insuperati da quando gli ispettori del Mef hanno messo a soqquadro le certezze della società in house del Comune di Catanzaro. Quello centrale è che la quasi totalità dei lavoratori della partecipata sono impiegati negli uffici del Comune e per il Mef: "si assiste ad un vero e proprio assorbimento della forza lavoro per assolvere ai compiti istituzionali", del Comune. Cosa che non si può fare e che tutti si sono impegnati (a parole) a rivisitare. Ma non è semplice. Perché la strada del re-impiego dei lavoratori della Catanzaro servizi passa dall'assegnazione di altri servizi a rilevanza economica. Gli atti di indirizzo del Consiglio che aprivano alla possibilità di affidare la gestione del verde pubblico e dei pontili si scontrano con l'assetto della dotazione organica della società in house. Su circa 130 dipendenti, ci sono soltanto 33 operai e tutti sono già 'occupati'. E' vero che c'è stato lo slancio sulla gestione dei cimiteri, ma questo è stato possibile con l'assunzione tramite agenzia interinale di lavoratori esterni alla partecipata. Punto oggetto di controversia anche ieri. Secondo i dirigenti di Palazzo De Nobili non si poteva fare e lo stesso sindaco ha invitato l'amministratore unico della Catanzaro servizi, Rosario Munizza, a sottoscrivere una bella assicurazione per mettersi al riparo da eventuali 'conseguenze'. Ricordiamo che l'operazione cimiteri è comunque del precedente management.  

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NIENTE SCUOLABUS MA SI VA SULLA DIGITALIZZAZIONE ARCHIVI- Ma torniamo al Piano industriale 2022-24. Effettivamente, non c'è lo straccio di una programmazione su nuovi servizi da gestire. C'è una tabellina sulle presunte marginalità a partire dal 2024, peraltro valorizzate a 600 mila euro all'anno, ma senza alcun dettaglio. Il verde, la gestione dei pontili e altro sono rimandati a un fantomatico piano di assunzioni da concordare con il socio unico. Ieri, in Aula è stato chiarito che senza l'ok del Mef difficilmente sarà possibile farlo partire. L'unica novità del documento è l'annuncio che dal prossimo anno la partecipata non si occuperà più del servizio scuolabus mentre si dedicherà alla 'dematerializzazione e digitalizzazione degli archivi'. 

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IL DEBITO CON LA SOCIETA' AURORA DA QUASI 2,3 MILIONI- Più che un piano industriale il documento è una proposta di gestione del contenzioso e dei debiti. Il contenzioso è quello con i dipendenti sia su buoni pasto e premi di produzione e sia sul mancato riconoscimento di mansioni superiore. L'amministratore unico stima la potenziale esposizione rispettivamente per 190 mila e 60 mila euro. Nel cronoprogramma indicato è prevista la convocazione dei sindacati entro febbraio. Sul fronte debiti, lo stock di quelli accumulati con Fisco, Erario e Previdenza è di 1,8 milioni. Qui si dovrà per forza rateizzare. Il problema più spinoso è quello con la società Aurora, un vecchio lascito da poco meno di 2,3 milioni della vicenda Parco Romani. E' stato già azionato un precetto ed è questo un cappio che si sta stringendo parecchio. La Catanzaro servizi aveva proposto una transazione a 1,5 milioni, ma l'ipotesi è stata bocciata dal comitato dei creditori 'Romani'. Dunque, tutto da rifare. Per il management l'asticella temporale è posta a fine aprile. Prima dovrebbe perfezionarsi il trasferimento degli uffici Tributi e Patrimonio del Comune nel palazzo Scacco Matto che frutteranno alla Catanzaro servizi circa 170 mila euro.  

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