Il nostro viaggio con Lino Puzzonia nella sanità calabrese: occorre un accordo corale della politica

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Il nostro viaggio con Lino Puzzonia nella sanità calabrese: occorre un accordo corale della politica
Pasquale Puzzonia
  20 agosto 2023 09:33

La sanità calabrese, se la politica regionale saprà dare prova della sua preparazione- che ci auguriamo abbia- potrà fare un bel salto in avanti per un assestamento delle strutture necessarie. Potenziando quelle che già esistono sul territorio e realizzando quelle che sono previste dal PNRR. Una opportunità da sfruttare nell’interesse delle comunità evitando i giochi di prestigio per tornaconti personali e partitici. Breve incipit questo alla dodicesima puntata della inchiesta che La Nuova Calabria sta conducendo avvalendosi di Lino Puzzonia, specialista ematologo di lungo corso e preparazione ma anche politico attento sulla materia sanitaria. Il PNRR prevede l’istituzione delle Case di Comunità. Cosa sono, questo e altro nella tappa numero dodici del nostro viaggio. 

Case di Comunità e cosa sono, necessita accordo corale

Banner

di Lino Puzzonia

Banner

“La rete specialistica e diagnostica territoriale dovrebbe essere basata sulla presenza sul territorio regionale di strutture polivalenti, che da qualche parte già esistono in Italia e in misura minimale anche in Calabria, che, in passato io ho chiamato strutture specialistiche distrettuali, che poi da molti sono state chiamate “case della salute” e che, in assonanza con quanto previsto dalla mission 6 del PNRR, vengono ora definite Case di comunità.

Banner

Sulla necessità della creazione di questa struttura sembra che finalmente si sia tutti d’accordo.  Un sostanziale accordo esiste anche sul loro numero, personalmente negli anni passati ne ho proposto una settantina in tutta la regione, il PNRR ne suggerisce dieci o quindici di meno ma non è questo il problema.

Quello su cu, infatti, forse si è d’accordo di meno è cosa debba essere esattamente la casa di comunità.

Io credo, e, anche qui lo ripeto, si tratta di idee e di proposte e non di un piano operativo, di poter individuare due livelli di operatività che, in analogia agli ospedali, potremmo definire HUB (una struttura più complessa) e altre SPOKE (relativamente meno complesse).

Tutte queste strutture dovrebbero comprendere:

Postazione del 118 medicalizzata h24 7/7

Continuità assistenziale con almeno due medici h24 7/7

Punto prelievi 6/7

Imaging di base (Radiologia tradizionale, ecografia) 6/7

Cardiologia strumentale di base 6/7

Condivisione della presa in carico della cronicità con le cure primarie

Coordinamento dell’assistenza domiciliare

Presenza specialistica a rotazione con numero degli accessi e loro durata in relazione alla particolare epidemiologia del territorio

 

Le strutture più complesse (HUB) dovrebbero essere dotate anche di:

Imaging avanzato (TAC e in qualche caso RMN)

Diagnostica cardiovascolare più avanzata

Endoscopia digestiva

Dialisi

È evidente che tale sistema deve essere completamente informatizzato e in rete con tutte le AFT e UCCP di cui abbiamo parlato nelle scorse puntate.

Strutturalmente questo sistema dovrebbe essere basato sul riutilizzo delle tante strutture esistenti in tutte la regione a partire dai 30 ospedali da riconvertire che potrebbero rappresentare l’asse portante del sistema e tante altre strutture non difficilmente identificabili (ex sezioni territoriali dell’INAM per esempio).

Un problema più complesso potrebbe essere quello dell’Imaging che potrebbe essere in parte risolto dall’accreditamento di tante strutture private già esistenti (e magari già accreditate) o in fieri anche incentivando l’imprenditoria sanitaria privata che avrebbe tutto l’interesse ad essere inclusa in una organizzazione come quella che sto cercando di descrivere. Queste strutture naturalmente dovrebbero essere perfettamente in rete con il sistema come quelle pubbliche anche se non ubicate all’interno della casa di Comunità ma solo nell’ambito territoriale.

 

La struttura geografica

Nel tentativo di far capire alla gente comune come si configurerebbe geograficamente questo sistema azzardo un possibile schema intanto per la zona centrale della Calabria che conosco meglio ma che è facilmente immaginabile anche per la zona Nord e per quella Sud

PROVINCIA DI CATANZARO

HUB di Catanzaro centro

Spoke di Catanzaro Lido

Spoke di Catanzaro Nord Ovest

Spoke di Taverna

Spoke di Tiriolo

 

HUB si Soverato

Spoke di Chiaravalle centrale

Spoke di Guardavalle

Spoke di Girifalco/Borgia

 

 

HUB di Botricello

Spoke di Sersale

 

 

HUB di Lamezia Terme Nicastro

Spoke di Lamezia Terme Sambiase

Spoke di Maida

Spoke di Falerna

Spoke di Soveria Mannelli

 

PROVINCIA DI VIBO VALENTIA

 

HUB  di Vibo valentia

Spoke di Melito

Spoke di Tropea

Spoke di Soriano

Spoke di Serra S.Bruno

 

PROVINCIA DI CROTONE

HUB di Crotone

Spoke di Crotone 2

Spoke di Mesoraca

Spoke di Cirò Marina

Spoke di Cutro

Spoke di Cotronei

 

 

Una offerta  sanitaria primaria, diagnostica, specialistica con assicurazione dell’urgenza e di  eventuale trasporto dell’emergenza costituirebbe effettivamente un filtro verso gli ospedali la cui rete potrebbe essere assolutamente snellita e ridotta a undici ospedali grandi e qualificati in grado di contrastare la mobilità sanitaria.”

 

Lino Puzzonia

 

 

 

 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner