"A Catanzaro c'è tanto da lavorare, non solo sul fronte della criminalità organizzata ma anche di quella comune. Anche così si combatte la criminalità organizzata ed è importante che lo Stato dia risposte su questo fronte, è un segno di attenzione e serve a recuperare la fiducia dei cittadini nello Stato".
A dirlo Alfonso Iadevaia, il nuovo capo della Squadra mobile di Catanzaro, arrivato da pochi giorni nel capoluogo, e che stamani ha incontrato la stampa insieme al questore Amalia Di Ruocco.
Iadevaia, laureato in Giurisprudenza, è in servizio nella Polizia dal 2000. E' stato dirigente della Squadra mobile a Biella, da febbraio 2001 a dicembre del 2003, a Novara da gennaio 2004 ad ottobre 2009, da tale data e fino a gennaio 2012 ad Agrigento. Fino a dicembre 2016 ha svolto l'incarico di direttore di sezione alla prima Divisione del Servizio centrale operativo (Sco). Nel luglio 2015, per la grande esperienza maturata anche nel campo dell'immigrazione, è stato nominato consulente ed Ufficiale di collegamento della Polizia di Stato presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti della Camera. Negli ultimi tre anni ha diretto la Squadra mobile di Brescia. Nel corso della sua carriera ha condotto e partecipato a numerose e indagini sulla criminalità organizzata, alcune delle quali hanno portato alla cattura di latitanti. Tra queste quella culminata con l'arresto a Marsiglia del boss latitante Giuseppe Falsone. Allo Sco si è occupato, in particolare, di criminalità organizzata siciliana, latitanti, indagini patrimoniali, partecipando attivamente alla cattura del latitante mafioso Bruno Sebastiano, arrestato nel 2014 sull'isola di Malta, all'indagine Dirty Soccer della Dda di Catanzaro e a quella della Dda di Genova sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta nella Costa Azzurra e Liguria. "Intendo lavorare - ha aggiunto Iadevaia - in sinergia con le altre forze di polizia, cosa che mi appartiene dalle precedenti esperienze, e con l'autorità giudiziaria e rispondere al mandato distrettuale della squadra mobile di Catanzaro dando il mio contributo ai colleghi del distretto con cui c'è una collaborazione storica e consolidata. Con l'area di Vibo e Crotone c'è una forte osmosi tra territori. All'alleanza criminale non può non corrispondere un'alleanza investigativa".
"Iadevaia - ha detto il questore Di Ruocco - è un funzionario in gamba, è sempre stato alla mobile, sin dall'inizio, con varie specializzazioni, anche nel settore dell'immigrazione clandestina. Avendo lavorato allo Sco ha fatto indagini di mafia e anche una di 'ndrangheta. Tra l'altro ha portato fortuna alla Questura di Catanzaro perché appena arrivato abbiamo avuto da eseguire ordinanze che aspettavamo da tempo per indagini compiute nei mesi passati e che sono andate a compimento proprio nella settimana in cui ha preso servizio".
"Quindi si è trovato catapultato in questa realtà dove la Squadra mobile lavora molto anche se spesso quello che fa non si vede ma quando si arriva a conclusione sono operazioni veramente di ampio rilievo e grande respiro su cui spesso hanno lavorato anche lo Sco e le mobili della distrettuale".
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