Rifondazione Comunista solidale con i dipendenti dell'azienda "Abramo CC"

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Il simbolo del partito della Rifondazione comunista
  24 marzo 2020 15:09

"Abbiamo appreso, tramite nota sindacale di SLC Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, che l’azienda Abramo CC ha comunicato ai propri lavoratori, con breve preavviso, di non essere in grado di rispettare la data di pagamenti del mese corrente né di poter fornire con certezza un termine per quanto riguarda le spettanze di febbraio". Così in una nota stampa del Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea - Calabria a firma di Pino Scarpelli, Segretario Regionale e Antonio Campanella, Responsabile Regionale Lavoro

"Un dramma per i dipendenti e le proprie famiglie. Oltre alle condizioni di precarietà occupazionale - prosegue la nota - si aggiunge, adesso, questa ulteriore incertezza. Nei giorni scorsi lavoratori e organizzazioni sindacali avevano evidenziato ritardi per quanto riguarda l’attuazione di protocolli di sicurezza consoni a fronteggiare l’emergenza COVID-19. Nonostante questo, lavoratrici e lavoratori continuano a garantire servizi rischiando la propria salute e il ritardo nei pagamenti va a ledere la loro dignità.  In un momento così drammatico per il nostro Paese non si può negare a tante famiglie la possibilità di sostentarsi e arrivare a fine mese. In una Calabria che ha bisogno di lavoro e non di precarietà, è compito di tutti, anche delle istituzioni, impegnarsi affinché vengano riconosciuti e rispettati i diritti dei lavoratori".

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"Esprimiamo, dunque, - si legge ancora - la nostra vicinanza nei loro confronti e sosteniamo le loro ragioni. Inoltre, ricordando che in questa fase quella dei call center è riconosciuta come attività essenziale, rilanciamo ciò che abbiamo espresso in queste settimane, in piena sintonia con lavoratrici e lavoratori italiani".

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"L’elenco di attività considerate essenziali - conclude la nota - ha maglie ancora troppo larghe e, al fine di evitare la diffusione del contagio, è necessario definire ulteriori chiusure, non cedendo alle pressioni di una classe imprenditoriale che segue solo la logica del profitto. Bisogna, inoltre, garantire il rispetto di protocolli e misure per la tutela della salute di chi continuerà a lavorare. Ricordiamo a tutte e tutti che l’articolo 32 della nostra Costituzione sancisce il diritto alla salute e che l’articolo 41 prevede che “l’iniziativa economica privata è libera” ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.

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