Il pensiero "libero" dell'avvocato Ciambrone sui braccialetti elettronici che mancano: "Il garantismo vale per tutti o no?"

di LUIGI CIAMBRONE*

Tutti sappiamo che l'indisponibilità dei congegni elettronici ha condotto la magistratura a dare un’interpretazione restrittiva dell’uso del “braccialetto elettronico”: molte delle persone in “lista d’attesa” restano in custodia cautelare all’interno degli istituti penitenziari e, solo in pochi casi, accedono agli arresti domiciliari semplici.

Per chi come noi da trent'anni fa penale lo sa bene. Un nostro cliente torinese rimase in carcere per altri 20 giorni prima che si rendesse disponibile il c.d. braccialetto  elettronico (di fatto una cavigliera elettronica). E che dire quando il prevenuto non ha una ADSL? Si apre un altro universo con mancanza di segnale ecc. ecc.

Ad oggi si calcola che sono circa 2.000 i “braccialetti elettronici” in funzione sul territorio nazionale, a fronte delle 10 mila persone in carcere in attesa di una condanna definitiva.

Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno risolto la querelle, ma la carenza di dispositivi perdura (sentenza SU, 28 aprile 2016, n. 20769).

Il problema è generale e da tempo conosciuto. Mancano i "braccialetti elettronici" anche perché TIM ha perso un ricorso al TAR per la fornitura appaltata dal Viminale. In Italia un dispositivo costa 115 euro al giorno, mentre negli altri Paesi 6/7 euro...?! Non bisogna parlarne ed indignarsi solo quando ci incappa un indagato "eccellente", ma anche e soprattutto quando colpisce quei detenuti (sono circa 10.000) che non hanno "voce". Il garantismo vale per tutti o no?

In relazione alle altre polemiche, ognuno ha la sua storia personale e professionale. Io ero e rimango orgogliosamente Avvocato del Foro Libero (conteremo poco...però...). Spero di aver chiarito il nostro pensiero sempre libero!

Insomma TANTO RUMORE PER NULLA!  C'E' DEL MARCIO IN DANIMARCA...e purtroppo non solo lì!

*Presidente Nazionale Associazione Foro Libero

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