Il Politeama di Catanzaro accoglie Giuseppe Ferlito con “Novecento” di Baricco

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images Il Politeama di Catanzaro accoglie Giuseppe Ferlito con “Novecento” di Baricco

  24 aprile 2024 19:13

di ALESSIA DE SANTO

Il Centro Teatri Studi presenta il classico di Alessandro Baricco, per la regia di Franco Giorgio, con Giuseppe Ferlito: “Novecento”, rilettura teatrale del capolavoro di Alessandro Baricco, concluderà il calendario di appuntamenti con la rassegna PRO.S.A. al Politeama di Catanzaro.
Incredibile performance di Giuseppe Ferlito che interpreta il miglior amico di Novecento, il pianista che mai scese dal Virginian, un piroscafo che negli anni fra le due guerre faceva la spola fra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi.

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Accattivante racconto narrato dal miglior amico di Novecento, fedele e amorevole che assiste alla storia di questo ragazzo, controverso e puro.
Il Virginian aveva un piano a bordo sulla quale Novecento con innocenza si cimentava tutte le sere, cercando il suo posto nel mondo.  Un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. L’amico racconta che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dice che nessuno sapesse il perché, ma lui lo sapeva eccome. Novecento non poteva sostenere l’immensità del mondo, sosteneva che come i tasti del pianoforte abbiano un numero ben preciso, anche la vita dovesse essere scandita in una fine, ma che esattamente come le note siamo noi ad essere infiniti, è così rimase lì su quel piroscafo, finché la guerra non lo portasse via con se. 

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Novecento è un personaggio assai complesso, che cerca di conciliare il desiderio di realizzare i suoi sogni con la paura del mondo sconosciuto che si staglia al di fuori del Virginian. Un personaggio unico ed indelebile: avvolto dall’aura intangibile del prodigio, e che racchiude in sé una profonda e struggente malinconia.

Un essere “sovraumano”, fatto non di carne ed ossa, ma della materia dei sogni e degli ideali e per questo solitario nella sua dimensione celestiale, incantevole ed inaccessibile.

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