
di Settimio Paone
Ci sono tradizioni che non appartengono al tempo, ma all’anima di una comunità. Il Presepe Vivente Montaurese celebra la sua quarantesima edizione e, con essa, quarant’anni di storia, fede ed emozioni condivise. Era il 24 dicembre del 1985 quando, ispirandosi al gesto semplice e rivoluzionario del Poverello d’Assisi, a Montauro prese forma un racconto destinato a durare: ricordare la venuta al mondo del Salvatore con l’essenzialità dei gesti, la verità dei volti, il silenzio che parla più di mille parole. Da allora sono passati quarant’anni, ma l’amore, il fascino e il calore umano di questo presepe restano intatti.
Il Presepe Vivente Montaurese è un racconto umile, oggi come ieri. Non è uno spettacolo costruito per stupire, ma una narrazione che si lascia attraversare e vivere. È la semplicità di Betlemme che torna a farsi presente, senza artifici, attraverso una comunità che riconosce nel Natale il valore dell’accoglienza, della condivisione e dell’umanità. Per questo, a Montauro, il presepe non si guarda soltanto: si vive, si sente, si custodisce.
Custode instancabile di questa tradizione è l’ACS Femminile Montaurese, da decenni colonna portante della vita sociale e culturale del paese. Alla guida dell’associazione c’è la presidente Maria Paola Maddalena Leomporra, che insieme alle socie porta avanti, con dedizione e discrezione, un impegno che va oltre l’organizzazione di un evento e diventa vera missione di memoria e identità. Un lavoro silenzioso, fatto di sacrificio e passione, che ha permesso a questa tradizione di attraversare le generazioni senza perdere autenticità.
La presidente affida alle parole l’emozione di questo traguardo importante:
«È una forte emozione. Sono passati quaranta anni di Montauro, siamo un po’ più grandicelle. Per questa ricorrenza del quarantesimo abbiamo voluto ricordare lo stesso Presepe Vivente che abbiamo fatto la prima volta. Sono molto contenta delle nuove generazioni che stanno prendendo per mano l’Associazione Femminile: vedo nei loro occhi la stessa forza di noi che iniziammo questo cammino. Ma mi emoziona pensare a tutte quelle donne che ci seguono da quel posto dove lo sguardo veglia in eterno, al fianco della nostra e della loro Associazione Femminile Montaurese».
La serata di ieri ha restituito tutta la forza di questo legame. Le donne dell’associazione si sono dedicate alla preparazione delle zeppole di Natale, piatto simbolo della tradizione contadina montaurese, gesto semplice e antico che profuma di casa e di festa. Intorno a quei sapori si è ritrovata una comunità intera, riconoscendosi nei valori della condivisione e del fare insieme.
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