Il Presidente del Consiglio Comunale Bosco: “Cinque SÌ per restituire dignità al lavoro e costruire una società più giusta”

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images Il Presidente del Consiglio Comunale Bosco: “Cinque SÌ per restituire dignità al lavoro e costruire una società più giusta”
Gianmichele Bosco, Presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro
  26 maggio 2025 14:12

In vista dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno 2025, il Presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco, esprime il proprio convinto sostegno ai cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza, ritenendoli un’occasione fondamentale per rafforzare i diritti e promuovere una società più equa.

 

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«Il voto di giugno non è solo un passaggio tecnico: è una chiamata alla responsabilità civile. Siamo di fronte a temi che riguardano la vita concreta delle persone: la sicurezza del posto di lavoro, la protezione dalla precarietà, la giustizia nei contratti e il riconoscimento di chi contribuisce ogni giorno al nostro Paese», afferma il presidente del Consiglio comunale Gianmichele Bosco.

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I cinque quesiti referendari puntano a:

 

Ripristinare il reintegro in caso di licenziamento illegittimo, ridando forza all’articolo 18 e al principio di giustizia nel mondo del lavoro;

 

Garantire pari diritti anche ai lavoratori delle piccole imprese, superando disparità inaccettabili; Contrastare l’abuso dei contratti a termine, per costruire percorsi lavorativi più stabili e dignitosi; Tutela effettiva negli appalti, attraverso la responsabilità solidale delle aziende committenti; Cittadinanza più accessibile a chi vive stabilmente in Italia, per favorire inclusione e coesione sociale.

 

«Queste proposte vanno nella direzione giusta: affermano una visione del lavoro come elemento fondante della dignità umana, anche se la legge ancora non lo dice», prosegue il Presidente.

 

«Rivolgo un appello a tutte le cittadine e i cittadini di Catanzaro: partecipare al voto è un atto di democrazia, ma votare cinque volte SÌ è un atto di giustizia. Non possiamo restare indifferenti. Questa è una di quelle occasioni in cui la voce di ognuno può fare davvero la differenza. E lo dimostra il fatto che proprio chi vive ogni giorno situazioni di precarietà e sopraffazione sul lavoro sente con più forza l’urgenza di partecipare, per reclamare diritti che oggi vengono troppo spesso negati».

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