Il Presidente della LegaPro Marani: "Floriano Noto, modello di come si gestisca una società"

di FILIPPO COPPOLETTA

"Sono felice di essere qui, ho visto centinaia di persone con i vessilli giallorossi, c'è un'aria di festa meravigliosa. Sono molto contendo per la Calabria". Sono queste le prime parole pronunciate dal Presidente della LegaPro, Matteo Marani, intervenendo in sala stampa poco prima del fischio d'inizio tra Catanzaro e Pescara previsto per le 14.30 al Ceravolo.  

Prima di raggiungere il Ceravolo, nella sua visita in Calabria, Marani ha sentito il dovere di recarsi sulla spiaggia di Steccato di Cutro per quello che ha definito come "un riconoscimento alla Calabria e alla sua gente che sa come festeggiare ma anche riflettere per quanto avvenuto in mare esattamente un mese fa". 

"Sono felice che Catanzaro viva questo momento - ha aggiunto il Presidente Marani - siete la storia del calcio e per la mia generazione il Catanzaro rievoca tante cose: Giacoia che lo raccontava, grandi come Mauro, Sabato e su tutti Palanca con cui ci siamo sentiti ed era molto felice di questa promozione". 

Per Marani, che priama di arrivare in sala stampa ha passeggiato sul campo con Noto, è stato un impatto meraviglioso vedere così tanti tifosi allo stadio. "Sono felice per Floriano perché so in questi 5 anni cosa ha fatto, quanto si è prodigato per il Catanzaro. Lo voglio definire un modello di come si gestisca una società. Fare calcio è difficile, sono richiesti sacrifici e lui ne è la dimostrazione".

L'augurio che Marani rivolge alla società ed all'intera città è che l'Us possa calcare palcoscenici ancora più importanti e farlo per lungo tempo in virtù della serietà di questo progetto che avete intrapreso. "So che non sarà un punto di arrivo ma di partenza, e mi auguro che dopo l'attenzione della comunità locale e dei tifosi, ora ci sia anche quella delle istituzioni affinché comprendano quanto sia importante per Catanzaro la promozione e la prossima stagione in Serie B e quanto questa possa dare alla collettività" ha concluso Marani. 

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