Il procuratore di Crotone incontra gli studenti: "Abbiamo vecchi pc contro le mafie digitali"

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  15 dicembre 2025 19:37

  "Abbiamo computer antichi, vecchi di 10 anni, obsoleti, che non sono stati sostituiti. Anzi, a oggi ne abbiamo uno solo. Siamo a questo livello". Lo ha detto il procuratore di Crotone, Domenico Guarascio, nel corso di un incontro che si è tenuto oggi con gli studenti del liceo classico Pitagora nell’ambito del progetto ‘Scuola di Costituzione’ dell’Unical, alla presenza anche del procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Salvatore Curcio.

"Il problema che ha la procura del tribunale di Crotone ce l’hanno tutti i tribunali, sicuramente gran parte di quelli che conosco in Calabria”, ha aggiunto Guarascio spiegando che “manca la strumentazione informatica necessaria proprio per la corretta esecuzione dei procedimenti. Chiaramente è un grido di denuncia – ha specificato il procuratore - perché bisogna considerare che da un lato dobbiamo gestire la documentazione delle indagini dall’altro c’è anche l’introduzione del processo penale telematico e quindi tutti gli operatori, anche quelli amministrativi, devono essere dotati di computer sufficienti e idonei e performanti”. 

 Il procuratore Salvatore Curcio, parlando dell’evoluzione della 'ndrangheta, “passata da mafia rurale a mafia che investe nell’alta finanza”, ha evidenziato come “le cosche utilizzino sistemi sempre più all’avanguardia per non farsi intercettare. Lo Stato c'è, si muove contro le mafia, ma il nostro è un continuo inseguire determinate forme di criminalità organizzata che si evolvono man mano che si evolve il progresso scientifico e tecnologico. Venticinque anni fa – ha spiegato Curcio - ci sembravano innovative le comunicazioni dei criminali attraverso le chat. Oggi siamo chiamati ad approcciare dal punto di vista investigativo sistemi di comunicazione estremamente complessi, come le piattaforme di messaggistica crittografata, i criptofonini, il dark web e le criptovalute”. Ecco perché, ha chiosato il procuratore di Catanzaro, “quando sentiamo esponenti del governo dire che dobbiamo tornare a fare pedinamenti è evidente che non hanno consapevolezza di quello che accade e di come si sono evolute le organizzazioni criminali”.  


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