Il prof Cleto Corposanto: "Le Facoltà e gli assistenti non esistono. Quanta confusione sull'Università: facciamo il punto"

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images Il prof Cleto Corposanto: "Le Facoltà e gli assistenti non esistono. Quanta confusione sull'Università: facciamo il punto"
Cleto Corposanto
  16 luglio 2020 07:25

di CLETO CORPOSANTO*

Quanta confusione nella terminologia accademica… capita spesso di leggere o ascoltare cose che nella realtà non esistono. Gli studenti parlano per esempio di “assistenti” (figura professionale in estinzione da decenni), gli organi di informazione confondono spesso “Facoltà” (che non esistono più da 10 anni), “Dipartimenti” e “Corsi di Laurea”. Certo, la situazione non è semplice e probabilmente è dovuta anche a una cattiva comunicazione. Ma insomma alcune cose sono chiare e certe, e non si capisce perché non debbano essere usate con correttezza.

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Per esempio, il termine “Professore”. Per diventare professore occorre superare un concorso pubblico (o più di uno), le cui modalità sono mutate nel corso degli anni; ma un concorso pubblico ci vuole. Faccio l’esempio personale: tralasciando il periodo di precariato, ho fatto un concorso pubblico per diventare Ricercatore (e dopo un triennio ho avuto la conferma in ruolo da una Commissione nazionale) e poi un altro per diventare Professore Associato (anche qui con la conferma dopo il triennio) e infine un terzo per diventare Professore Ordinario (e dopo un triennio, terza conferma in ruolo da una Commissione ministeriale). Il docente di un corso universitario non è però necessariamente un “professore”, in quanto viene nominato da un Consiglio di Dipartimento (torneremo poi su questo) all’interno di una gamma di possibili soluzioni. Chi può essere nominato? Evidentemente una delle figure di ruolo accademico, quindi un Professore Ordinario (o di prima fascia) o un Professore Associato (o di seconda fascia); o, ancora, un Ricercatore Universitario (figura pure di ruolo, ma da qualche anno a esaurimento). Nel caso di un Professore Ordinario o Associato l’affidamento del corso di insegnamento è diretto; nel caso di un Ricercatore (che pure è di ruolo) avviene invece a seguito di un bando riservato ai ricercatori. Nel caso in cui non vi fossero Professori Ordinari o Associati o Ricercatori sufficienti per coprire tutti i corsi da erogare, uno o più  insegnamenti vengono messi a bando per contratto: possono partecipare al bando tutti i soggetti che rispondono ai requisiti del bando (e quindi hanno un certo livello di studio, di pubblicazioni scientifiche e/o di esperienza didattica a seconda dei vari bandi). Chi vince la cosiddetta “valutazione comparativa” si aggiudica il corso a contratto (a titolo gratuito o meno, dipende dalle risorse dei singoli Atenei) e viene nominato in quanto esperto della materia insegnata per un periodo limitato (un semestre o un anno accademico), eventualmente  rinnovabile. Non è necessariamente un professore o un ricercatore, in quanto non ha sostenuto un concorso come loro, però durante il periodo di nomina può fregiarsi del titolo di “professore” (il che contribuisce ad accrescere la confusione negli studenti). Mai, in ogni caso, ci si può riferire a un contrattista come  un  “cattedratico”, peraltro, lo stesso termine “cattedra” è ormai anacronistico ed è da tempo stato eliminato dal lessico utilizzato dalle norme nazionali di riferimento, in ogni caso  solo i professori ordinari potevano essere titolari di “cattedra”.

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Torniamo alle figure strutturate di “professore”: come detto attualmente sono due (Ordinari e Associati) e rappresentano la progressione di carriera di persone che, dopo aver ottenuto la cosiddetta Abilitazione Scientifica Nazionale da una Commissione nazionale ministeriale, entro 9 anni (trascorsi i quali l’abilitazione viene a scadenza), risultino vincitori di un concorso pubblico bandito da un Ateneo e in ragione di ciò vengono assunte stabilmente (a tempo indeterminato). A sostituire i ricercatori di ruolo (che, come detto, sono ad esaurimento)  da qualche anno (per la precisione dal 2011) vi sono due figure diverse di “ricercatori a tempo determinato”: il tipo A (RTDa , che prevede contratti triennali, prorogabili per 2 anni, per una sola volta) e il tipo B (RTDb, con un contrato triennale che, se nel frattempo il ricercatore ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale prevede, alla conclusione del triennio, l’inquadramento nel ruolo di professore associato).

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Poi vi è un insieme di figure non strutturate, che sono ricoperte per un periodo limitato (dai due ai quattro anni, a seconda dei casi). La prima figura è quella del “dottorando” o “specializzando”: si tratta in realtà di studenti del “terzo livello” di studi (“Dottorato di Ricerca” o “Scuola di specializzazione”) al quale si accede dopo la Laurea specialistica. Si tratta di figure formate per svolgere attività di ricerca dopo aver superato un concorso mediante titoli ed esami. In molti casi lo studente usufruisce di una borsa di studio. Tipicamente lo sbocco consiste nello svolgere attività di ricerca e/o dirigenziale nelle aziende oppure nel mondo accademico, per esempio sostenendo il concorso per ricercatore. Un'altra figura è l'“assegnista di ricerca”, anch'essa dotata di borsa di studio (“assegno”) mediante concorso. È un ruolo rivestito normalmente dopo aver conseguito il titolo di dottore di ricerca e  permette, al pari delle altre figure appena menzionate, di occuparsi di ricerca.

Il docente può essere affiancato da un “esercitatore”, da un “cultore della materia” o da una figura di supporto alla didattica. L'esercitatore fornisce un complemento alle lezioni del docente mediante le esercitazioni. Può essere un altro professore o ricercatore, un dottorando o un assegnista. Il cultore della materia coadiuva, a titolo gratuito, il docente durante lo svolgimento degli esami ma non può svolgere altro tipo di didattica. Il supporto alla didattica si riferisce, solitamente, alla gestione di problemi tecnici e/o di laboratorio.

Per quanto concerne l’organizzazione della didattica: ogni studente è iscritto a un Corso di Laurea, e più corsi di laurea fanno capo a un Dipartimento (o a più d’uno, come nel caso per esempio di Medicina). Quindi un professore fa parte di un Dipartimento come affiliazione ufficiale, svolgendo la sua attività didattica nell'ambito di uno o più Corsi di laurea, anche di altro Dipartimento. Per esempio, in un corso di laurea triennale in informatica possono insegnare docenti che provengono dai Dipartimenti di Informatica, di Matematica e di Fisica. Non esistendo più la Facoltà, cade anche una delle figure più frequentemente citate da articolisti e non addetti ai lavori: il Preside. Non ci sono più i Presidi, ci sono i Direttori dei Dipartimenti e i Coordinatori dei Corsi di Laurea. 

Quindi non esistono più gli studenti iscritti ad una Facoltà, per il semplice motivo che non esistono più le “Facoltà”. È corretto parlare di  studenti iscritti ad un Corso di Laurea che fa capo ad un Dipartimento. Il luogo fisico dove avvengono le lezioni sono le aule e i laboratori e non la Facoltà. I Consigli di Dipartimento e di Corso di Laurea si occupano di predisporre i piani di studio, programmare l'attività didattica, nominare  i docenti, esaminare il piano di studi degli studenti, ecc. Uno studente può comunicare direttamente con alcuni componenti di tali Consigli oppure, indirettamente, tramite i propri rappresentanti degli studenti eletti democraticamente.

*Professore ordinario

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