Riceviamo e pubblichiamo la lettera del professore dell'Umg Giovani Cuda indirizzata all'assessore regionale all’Istruzione, Università, Ricerca ed Innovazione, Sandra Savaglio
di GIOVANNI CUDA*
Onorevole Assessore,
la pandemia COVID-19, che attanaglia il nostro ed altri Paesi da ormai quasi tre mesi, ha dimostrato che il virus SARS-CoV-2, da tutti conosciuto come “coronavirus”, è un nemico subdolo e pervasivo, capace di colpire le fasce più deboli (ma non solo) della popolazione, con tassi di mortalità inquietanti (+568% a Bergamo, +391% a Cremona, +291% a Brescia rispetto ai dati dello scorso anno). La nostra Regione è stata – per certi aspetti – risparmiata o marginalmente toccata dall’evento pandemico e, ad eccezione di pochi focolai, il numero dei contagi e dei decessi è fra i più bassi in Italia.
Accanto a termini come “lockdown”, “R0”, “immunità di gregge”, si sente sempre più spesso parlare di vaccini e di nuove strategie terapeutiche nel trattamento del COVID-19. Tutti noi abbiamo imparato quanto insidioso sia il nuovo coronavirus, il cui genoma, costituito da un singolo filamento di acido ribonucleico (RNA), è caratterizzato da una elevata frequenza di mutazioni che lo rende ancora più difficile da colpire e debellare.
Risulta, pertanto, ancora più pressante, la necessità di concentrare gli sforzi della comunità scientifica nei confronti di questo temibile avversario, allo scopo di ottenere – attraverso studi che vanno dalla ricerca di base (biologia molecolare, genetica, bioinformatica) alla medicina clinica, alla farmacologia, alla psicologia fino all’economia e management sanitario – quante più informazioni possibili, integrandole e confrontandole con l’enorme mole di dati generata da ricercatori di tanti paesi del mondo. E’ solo attraverso questa strategia, attraverso, cioè, la creazione di una massa critica ragionevole, che la pandemia e, ancor di più, le sue conseguenze nefaste sull’economia, sulla socialità, sull’equilibrio stesso di uomini, donne, bambini, potranno essere affrontate e sperabilmente superate.
La Calabria, le sue Università ed il tessuto imprenditoriale hanno dato, ancora una volta, una buona dimostrazione in termini di reattività all’evento pandemico. Colleghi del mio Ateneo, dell’Università della Calabria e della Mediterranea, sono impegnati – ciascuno per le proprie competenze – in attività di ricerca su vari aspetti del COVID-19. Imprese calabresi hanno rimodulato o addirittura convertito le proprie linee di attività, destinandole allo sviluppo e produzione di dispositivi biomedicali, di protezione individuale, di sanificazione.
Lo sforzo, mi creda Onorevole Savaglio, è stato ed è tuttora molto impegnativo, poiché molti di noi hanno allargato i propri orizzonti di interesse scientifico cimentandosi in ambiti non consueti, certi di poter fornire un contributo significativo nella lotta al coronavirus.
Ma poiché, come Lei ben sa essendo – prima che Assessore Regionale – una donna di scienza, “non si fanno nozze con i fichi secchi”, la ricerca richiede – a tutti i livelli – adeguati finanziamenti affinché le intuizioni di giovani ricercatrici e ricercatori calabresi, di giovani imprenditori, possano trasformarsi rapidamente in prodotti e scoperte utili a sconfiggere il terribile nemico.
Ho appreso con grande piacere dell’iniziativa della Giunta Regionale di stanziare 120 milioni di euro per consentire ad imprese e lavoratori calabresi di ripartire dopo il lockdown. L’On.le Santelli ha dichiarato che spera di recuperare, contando sull’allentamento delle regole comunitarie, una somma ingente, pari a circa 500 milioni di euro.
Il governo regionale, ovviamente impegnato su molti fronti per cercare di arginare i rischi legati alla pandemia, non ha finora focalizzato – a differenza di altre regioni italiane - la propria attenzione sulla ricerca in materia di coronavirus.
E’ importante sottolineare, a mio parere, che tutte le attività di ricerca attualmente in corso nelle istituzioni accademiche calabresi sono “autofinanziate”: si reggono, cioè su fondi che i singoli colleghi destinano a questi studi. E’ pleonastico dire che queste risorse sono assolutamente insufficienti ed inidonee a supportare studi che richiedono un incredibile impegno sia in termini di risorse economiche che umane. E’ importante far presto, On.le Savaglio, ma è anche – e soprattutto - importante far bene. Ed è per questo che, da cittadino calabrese, ma soprattutto da membro della stessa comunità a cui Lei appartiene, quella scientifica, che non conosce barriere di etnia, classe, se non quelle determinate dal rigore e dalla determinazione che ci guidano, che mi rivolgo a Lei affinché possa prendere in considerazione l’idea di destinare cospicue risorse – attraverso rapide e rigorose procedure di bandi su base competitiva – destinate alla comunità scientifica calabrese.
*Direttore del Centro di Ricerca di Biochimica e Biologia Molecolare Avanzata, Coordinatore del Dottorato di Ricerca in Oncologia Molecolare e Traslazionale e Tecnologie Medico-Chirurgiche Innovative, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro. Presidente, Biotecnomed S.c.a.r.l. - Polo di Innovazione per le Tecnologie della Salute - Calabria
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