Il PSI Catanzaro contro gli stipendi differenziati: "La Lega ci riprova a dividere l'Italia"

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  12 dicembre 2023 16:21

"La Lega ci riprova: dividere l’Italia è uno dei suoi obiettivi e, in maniera più o meno palese, avanza proposte che vanno in questa direzione". E’ quando dichiara la responsabile scuola del Comitato cittadino del PSI di Catanzaro, Daniela Trapasso.

"L’ultima è quella relativa agli stipendi dei lavoratori della PA: grazie ad un ordine del giorno, approvato dalla Camera, il governo si impegna ad agganciare gli accordi di secondo livello all’inflazione delle città, reintroducendo, di fatto, le gabbie salariali, ovvero degli stipendi differenziati per i lavoratori del pubblico impiego su base territoriale. Questo provvedimento riguarderebbe tutti i settori della PA e da questi non è, ovviamente, escluso quello scolastico. Nel settore privato già oggi gli stipendi del Nord sono superiori al Sud, pur in presenza di contratti nazionali che prevedono salari omogenei.

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Questo spiega perché la Lega ora punti il pubblico impiego. È già da tempo che la Lega spinge per pagare di più i professori del Nord Italia. Tutto questo si inserisce perfettamente nelle linee programmatiche di questo governo che, sin dall’inizio, si è connotato per la forte spinta verso l’ormai famosa “autonomia differenziata”. Un’autonomia che, se realmente attuata, contribuirebbe a rendere ancora più evidente e drammatico il divario tra nord e sud. E la scuola è catapultata in questo marasma. Invece di allineare i salari dei docenti a quelli degli standard europei (ricordiamo che i docenti italiani sono tra quelli meno pagati) si parla di legare i salari al costo della vita nella “gabbia” delle varie realtà socio-economiche. Una proposta chiaramente inaccettabile, continua il documento del Comitato Cittadino PSI, in quanto in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, secondo cui il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e non fissata in relazione al territorio in cui lavora. Il governo sostiene di non aver approvato nulla in contraddizione con quanto previsto nei contratti nazionali che, per forza di cose, dovranno mantenere salari uguali per tutti. Tuttavia, con la contrattazione di secondo livello, gli stipendi saranno legati all’indice dei prezzi del territorio.

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Il tema del costo della vita, si evince chiaramente dalla delega approvata, e delle retribuzioni adeguate è principalmente sentito nel settore del pubblico impiego, laddove lo stipendio unico nazionale può comportare disuguaglianze sociali su base territoriale, creando discriminazioni di reddito effettivo. Per questo si chiede di passare, specialmente nel comparto scolastico, dal concetto di retribuzione uguale per tutti a quello di pari potere d'acquisto per tutti. Una proposta, a nostro avviso, inaccettabile e anticostituzionale che potrebbe, tra le altre cose, incentivare un ulteriore esodo di lavoratori verso il nord. La scuola pubblica ha bisogno di organizzazione e rilancio, non di queste inaccettabili proposte. Dopo il disastroso programma di accorpamento ora si minano, ancora una volta, le basi del sistema scolastico. Si, perché i docenti, questa categoria così bistrattata, sono le basi su cui poggia l’intero sistema d’istruzione nel nostro Paese. Differenziare gli stipendi in base al costo della vita significa, di fatto, creare disparità. Sono molti i fattori che andrebbero considerati prima di intraprendere una iniziativa in tal senso e noi siamo sicuri che non tutti siano stati presi in considerazione. Il futuro e l’unità del nostro Paese passano necessariamente dalla scuola: è lì che si gioca la partita.

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Non capirlo e minandone la struttura significa essere politicamente e socialmente ciechi. Il PSI farà tutto quello che è in suo potere, conclude Daniela Trapasso, per opporsi a scelte sciagurate come queste".

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