di GIANPIERO TAVERNITI
"Calzolaio, antico mestiere che "scuce " la globalizzazione
Come un tempo per le viuzze di ogni paesino, di ogni città, si sentiva l’odore della colla di caucciù, il picchio ritmato del martellino che inchiodava i semenzini sotto le suole o magari si sentivano piccoli macchinari che lucidavano le scarpe in pelle appena riparate o tagliavano cuoio per ripararne altre appena prese in carico da sistemare. Artigiani che ricucivano la speranza di recuperare un paio di scarpe di qualità, che magari avevano una scucitura , avevano da fare la suola o il tacco staccato e rovinato… Tornavano nuove, si avvertiva la felicità di aver recuperato le proprie scarpe, quelle preferite, il calzolaio, “u scarparu” diventava un super eroe, era sempre pieno di lavoro, prometteva di consegnare le scarpe per il fine settimana , facendo di tutto per essere di parola, anche i calciatori portavano la loro “pantofola d’oro” in pelle , per qualche cucitura o rinforzo.
I calzolai più creativi, producevano la vera cintura in pelle, qualche portafogli che profumava di pelle, non di plastica, di sintetico non avevano nulla, era un rito averne uno su misura, magari personalizzato. Oggi, tutto questo è scomparso o quasi, il calzolaio, come un tempo è raro come un panda è in via di estinzione, è stato” scucito “dalla comunità , dalla sempre più asfissiante globalizzazione e della produzione industriale di scarpe in gomma e sintetiche. Il calo della produzione della calzoleria italiana, è stato avvertito , il vero “made in Italy” non ha più il mercato di un tempo, reggono discretamente i marchi griffati in alcune aree di mercato quali gli USA. Purtroppo le imitazioni ,la contraffazione dilagante non solo indebolisce questo mercato di qualità , ma allo stesso tempo lo danneggia il tanto ricercato “made in Italy” , visto che tanti prodotti contraffatti non hanno la qualità dei materiali e mancano della vera e distintiva manifatturiera che le ditte italiane davano , come certificato di qualità indiscutibile al prodotto.Il frutto dello spionaggio dello spietato mercato concorrente asiatico, ha debellato , arti, peculiarità di pregio invidiate nel mondo, regalandoci l’ invasioni di scarpe non di qualità , ci ha regalato scarpe sintetiche di gomma, quasi usa e getta al prezzo ridottissimo, che ci costringe a comprarne tantissime quantità, portandoci al grande consumismo , con la conseguente problematica più grave quella dello smaltimento della plastica e gomma che ne consegue quando sono inutilizzabili.
Il gioco commerciale , ha fatto tanti danni , abbiamo perso la distintiva forza del “made in Italy” e la riconosciuta qualità calzaturiera di un tempo, per avere al loro posto , la scomparsa di tanti posti di lavoro sul territorio e di non avere la precedente diffusione di qualità di scarpe ai nostri piedi come un tempo…Che dire, ieri era normale trovare il calzolaio , nelle nostre cittadine, oggi è quasi un miracolo vederne qualcuno , che ancora resiste e di certo vederne uno a Catanzaro, non ci fa resistere di non entrarvi nella sua ospitale bottega ,facendo un viaggio con la macchina del tempo , respirando il profumo della Vera Pelle e il forte “profumo” della colla , sentendo il continuo e delicato girare della spazzola che lucida scarpe appena sistemate che ancora qualche cittadino , ha dato nelle sapienti artigiane mani “do scarparu”, che le ha riconsegnate come nuove, all’onesto costo della riparazione e al ringraziamento del cliente, che così facendo fa sorridere l’artigiano, che resiste, lavora e tramanda al prossimo, quasi cieco una tradizione artigiana nobile, che ormai nessuno vuole fare, visto il mercato veleno della plastica e del sintetico straripante, che con il passare degli anni, ci avvelenerà in ogni senso , sia a livello ambientale che a livello culturale e morale".
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