Non nascondo il compiacimento per le lodi pervenutemi da tante persone dopo la lettura della mia poesia, “ Nel nulla “, scritta qualche giorno fa e pubblicata su questo Giornale. Mi ha suscitato non poca perplessità, però, che, quasi esclusivamente, gli elogi siano stati espressi sui soli valori lirici in essa evidenziati nel contempo evitando, quindi, ogni riferimento ai contenuti - dai quali erge l’estro, l’ispirazione - da considerarsi essenziali nel ritenere che proprio in loro assenza o nella pochezza la poetica diviene cumulo di fantasticherie inconcludenti.
Da qui la mia impressione, fonte di rammarico, che non abbia ben esplicitato il senso del mio dire. E in questo trovo cruccio in quanto esiste nel mio volere che appunto con i miei versi io voglia trasmettere le mie profonde riflessioni concernenti gli accadimenti che si susseguono nel mondo, ogni percorso dell’animo umano, la bellezza del Creato, i motivi delle illusioni e della speranza. Tutto quanto che riguardi il tutto.
Infatti, questo spiegavo in una lirica di qualche anno fa “COSI’, I POETI: “ Le nostre essenze, gentili le lacrime sussurranti, piangono, il dolore del mondo, carezzano le labbra, smorzate, dei lebbrosi, si straziano nel mare, profondo, dei vivi……….. E, poi, il tormento, l’estasi………Noi, i poeti, radici solcanti di tormento ispessito; funi di pianto che legano l’anima; ansia di giorni smisurati; granelli di sabbia del ritmare del tempo……..Funamboli dell’illusione”.
Cosa voglio raccontare, dunque, con questa poesia “Nel nulla”, con le parole immesse. Appunto il volermi rifugiare nel nulla per sfuggire alla realtà che pervade l’oggi fortemente gravato da una crisi paralizzante che, oltretutto, invade le future generazioni.
Nasce Nel nulla per narrare la volizione di nascondere alla mia visione la percezione del nostro Paese intrappolato in un drammatico sconvolgimento, che non ha eguali nella storia repubblicana, aggravato da una politica che, invece di trovare e mettere in atto i giusti rimedi, dà spettacolo del peggio di sé facendo prevalere le logiche individuali sul bene collettivo, i segni dell’incapacità retta dalla volontà del primeggiare di parte allorché, al contrario, è imprescindibile che tutta insieme si metta al servizio pubblico, che si adopri per superare gli ostacoli, per fare qualsiasi cosa per la salvezza del Paese.
Questa politica che guarda alle poltrone anziché a un disegno che affronti le miriadi di difficoltà dei cittadini. A un disegno che salvi la loro vita. In un momento, come mai, in cui, peraltro, l’intera Europa si dispone per la nostra Italia offrendole miliardi di euro per la sua ripresa. Un’offerta che, invece, potrebbe svanire in assenza degli adeguati programmi richiesti.
Dinnanzi a queste atrocità spengo lo spirito ardente, dunque, nel tentativo di sfuggire all’enorme sofferenza che provo. Tento di nascondermi “nel nulla” quando ( così in essa scrivo) “ Palpo quel mondo inorridito dal reale che tremula, ansima, come le illusioni che si trascinano tra le braccia della coscienza……..Senza traccia del passato o del timore che lascia il presente, che si confonde tra il risucchio dell’avvenire senza alba…..non percepisco il domani dei giorni che non conoscono il principio e non vagano verso la fine”.
“Mi sono chiuso nelle stanze dove non respira la paura, in spazi deserti. Squarciata l’infinita malinconia”.
“ Resto sospeso nel cielo per scrutare melodie serene con sovranità celestiali.
“Pur se la coscienza fugge dai suoi moti, tuttavia, e, incontenibile, mi travolge il sentire: “ Odo frastuoni come cascate di temporali che lasciano il cielo e si spendono per governare l’esistere di vasti prati feriti da seccume” che, però, quando gonfi d’acque, respirano il nuovo e rinascono. Verdi come la speme avvolta da chimere”.
Mi accorgo, infine, però, che “ il divagarmi nel nulla risulta violenza sulla libertà dello spirito e giù giù, quindi, profondano le gocce brulicanti che discutono con l’angoscia”. …..Origina, diffusa, conseguente lotta tra il senso proponente il ronzio dell’accadere e la volontà del suo dissipare”.
Cioè, origina la lotta tra il vivere la realtà esistente, che mi crea tormento e angoscia, e il desiderio di evadere questa coscienza rifugiandomi “ Nel nulla”.
Infine dilaga nel mio animo il senso della speranza che mai muore. La speranza che la nostra Italia trovi le giuste soluzioni che diano certezze per i nostri figli e per i loro figli. Quella speranza come descritta con alcuni versi nella poesia Cosi, i poeti: “I nostri occhi accendono i tramonti e pregano le albe evanescenti”.
Cosicché, come ho concluso Nel nulla: “Dilaga il sorriso che il tenero regala al sole, aggrovigliato, lassù, tra i suoi raggi, incandescenti”
Si, perché quando penso alla speranza, che desidero abiti nell’animo dell’umanità intera, abbraccio il sole quale matrice della vita.
Tuttavia, pur nell’accendersi dei lumi della speranza, nel fondo del mio animo non si annulla il senso della preoccupazione che ingenera assillo.
Da qui, l’ultima considerazione che, forse, è meglio vivere nel torpore per rompere il senso dell’angoscia che il profondo avverte : “Illuminato è l’animo che bacia il torpore che non ama il risveglio”.
Franco Brescia
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