di VINCENZO SPEZIALI
"...e ti ricordo ancora: massì...chi se ne frega degli stolti che non 'apprezzeranno' o diranno quanto ciò sia non vero!
Tu, Stefania (Papaleo), ed io, abbiamo sempre avuto un bel rapporto: ricordo, difatti, i giorni della mia campagna elettorale a Sindaco di Catanzaro.
Correva l'anno 2001, allorquando ci conoscemmo: eri volitiva, sagace, preparata, indomita e ad adamantina.
Eri in 'forza' alla redazione de 'Il Domani', con Massimo Tigani Sava (oggi 'in Fiorita'?) quale Caporedattore Catanzarese.
Al netto di tutto, tu fosti 'coraggiosa', poiché davi 'spazio' alle mie provocazioni.
Eh Dona...mio Dio sembra passato tutto in una notte, mentre abbiamo trascorso soltanto quasi venticinque anni, eppure ti ricordo, ti ricordo con struggente affetto, tentando di mettermi nei panni di tuo figlio -per te, un amore immenso, desiderato e conquistato, il quale tu non lasci e non lascerai- proprio adesso che si celebrano le tue esequie.
Stefania da ieri non mi risponde -se non con messaggi- ma soffre, soffre e ti pensa, con una lacrima sul suo viso di 'bionda non fatale': lo sai Donate`? Ha scritto, sempre 'Ste', di quando consumavate le suole delle scarpe, durante una irripetibile stagione di cronaca giudiziaria.
Per forza irripetibile: all'epoca c'era De Magistris ed oggi se ne né andato -ovviamente non in modo macabro!- pure quell'altro, cioè Gratteri.
Pur se tu e lei, non la pensate come me, dove li troviamo altri simili 'bancarottieri del Diritto'?
E comunque, non di costoro desidero parlare ora, semmai di te, che ti accomiati, andando 'nella stanza affianco'.
No Dona, non riesco ad esserci in Chiesa!
Tra l'altro per vedere chi? Fiorita: quello ('falsamente') piange sempre -sia i vivi (come me) e i morti (quali te e suo padre, ad esempio!)- ma ha la stessa veridicità si una 'banconota di due euro'.
Incontrerei Gianmichele Bosco e lui sarebbe sincero, pure se incrocerei la 'Pompadour contemporanea e dei Tre colli', ovvero la 'Montecomesichiama', adusa -patti chiari, per come l'avverto io (ma, solitamente, non mi sbaglio!) a perbenismo affettato, moralismo d'accatto, istituzionalismo 'pro domo sua', nonché falsissimo 'addoloramento'.
Dona, tu eri sincera, lo sei sempre stata, questa qui, almeno a me, non la conta giusta e lo dico sempre, persino con l'arma dello sfottò, che getta Peppe mio cugino, in uno sconforto totale, non foss'altro perché -anche se lui non lo confessa né me lo confida- costei gli tartasserà i gabassisi: siamo al solito, mantengo la mia coerenza, il mio stile, perciò insisto senza indugio, nello sfottere, soprattutto chi se lo merita.
Financo così ti celebro, poiché rimango uguale a me stesso, ovvero facendomi apprezzare, persino e soprattutto, negli apparenti difetti che tu avevi accettato, in capo al sottoscritto.
Poi penso a tuo marito -che non conosco!- ma che vagamente intuisco quanto possa soffrire.
Perché Dona? Perché?
Poche come te (e per la verità come la nostra Stefania) amavano la vita: ieri ho inviato un messaggio a Ste, nel quale le ho detto: "ti voglio bene"!
Anche io ho sentimenti, ma non li posso -se non altro o almeno a Catanzaro- fare emergere, altrimenti, la gente, continuerebbe a tentare di farmi del male: che dire? Servo encomio- e codardo oltraggio!
Dona...per me (e per Stefania) la tua bara è vuota: tu ci sei ancora, qui con con noi -e senza 'quell'altra là' (non ti incazzare, lo so che adesso mi avresti 'ripreso')- epperò ci sei ancora, viva e splendente, anzi come ho già detto: sei solo 'nella stanza (di redazione!) affianco'!
Baci grandi!"
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