Teobaldo Guzzo ricorda mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo Emerito di Catanzaro-Squillace
01 settembre 2021 12:20di TEOBALDO GUZZO
Lunedì primo luglio -esattamente due mesi addietro-, mons. Antonio Cantisani, arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace, raggiunge la Patria Celeste. Avrebbe festeggiato il 95esimo anniversario di nascita il prossimo due novembre, e i cinquant’anni di episcopato il prossimo 27 dicembre.
Mons. Cantisani è rimasto lucido fino a pochi istanti prima della definitiva chiamata del Signore.
Nonostante le precarie condizioni di salute che, negli ultimi giorni della sua vita terrena, hanno influito sul suo modo di fare e di agire, mons. Cantisani non ha smesso mai di accogliere, con affetto e simpatia, quanti giornalmente si portavano nel suo studio privato, posto all’interno dell’appartamentino nell’ultimo piano del Seminario diocesano, per avere informazioni sul suo stato di salute. Affabile e curioso, come sempre, disponibile all’ascolto e al confronto, mons, Cantisani consegnava a tutti - preti, religiosi, laici- nessuno escluso, del resto come era sempre nel suo stile di vita, un sorriso spontaneo, una condivisione sincera di idee, una parola affettuosa e coinvolgente
Già. La parola.
La parola non può fermarsi costituisce il titolo delle tre pubblicazioni a stampa che raccolgono le riflessioni (storico-culturali, teologico-biblico-pastorali) elaborate da mons. Cantisani negli anni vissuti da vescovo emerito.
Per mons. Cantisani, quindi, la parola non può fermarsi. E non può fermarsi, né la parola evangelica che accompagna e diffonde la presenza di Cristo Gesù agli uomini e alle donne del nostro tempo, né la parola laica utilizzata a sostegno della soluzione dei problemi socio-culturali, che affliggono le diverse comunità diocesane.
Ed è proprio sulla parola che ho costruito con mons. Cantisani il mio rapporto di collaborazione, che è andato ben oltre il conferimento dei formali incarichi diocesani, quali, ad esempio, direttore responsabile del periodico diocesano Comunità nuova; direttore, ad triennum, del Centro Diocesano della Cultura e delle Comunicazioni Sociali; membro nel quinquennio del Gruppo di lavoro diocesano del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa
Ancora.
La parola di mons. Cantisani è stata la guida sicura nella cura delle pubblicazioni degli atti di convegni e/o di altre iniziative diocesane. Mai una parola di troppo, imposta con forza autoritaria, bensì una parola calda, concreta, ossia una parola suadente, gioiosa, propositiva.
E’ stato bello, molto bello aver collaborato con mons. Cantisani nel settore delle comunicazioni sociali. Chi, come me, lo ha conosciuto continua a rimanere affascinato dall’amore che mons. Cantisani nutriva per le comunicazioni sociali.
Ed oggi posso affermare che, per quello che mi riguarda, la parola di mons. Cantisani, continua a rimanere viva. E’ parola di vita, di gioia, di speranza. I suoi scritti di sono ricchi di riflessioni, che vanno ben oltre il tempo del loro concepimento. Superano il contingente e si collocano sul versante della a-temporalità.
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