“Con i Decreti Legge 17 marzo 2020 n. 18 e 8 aprile 2020 n. 23 il Governo è intervenuto al fine di sostenere l’economia del Paese nel tentativo di fornire alle imprese strumenti per fronteggiare le conseguenze sul piano finanziario dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Ma a quasi due mesi dal provvedimento non ci sembra che le misure disposte possano ritenersi sufficienti ad affrontare una situazione economico-finanziaria tragicamente senza precedenti”.
E’ quanto afferma Carlo Piroso, presidente dell’associazione "Liberamente Calabria"che interviene nel dibattito aperto sul ruolo delle banche nel sostegno concreto alle imprese in crisi a causa dell’emergenza economica post coronavirus.
“I prestiti per le piccole aziende in difficoltà, uno dei provvedimenti contenuti nel decreto, sono tutt’altro che facilitati per le imprese: alcune banche stanno imponendo paletti non previsti dalla normativa, con conseguente devastanti per quanti vivono della propria attività e senza fatturato da tre mesi sono costretti a pagare affitti, bollette e forniture – afferma ancora Carlo Piroso -. La procedura prevista dal Governo per richiedere la garanzia del 100% per i prestiti fino a 25.000 euro è standard e dicono piuttosto semplice: l’impresa deve scaricare un modulo dal sito del Fondo di garanzia (si tratta dell’allegato 4 bis); lo deve compilare e sottoscrivere, lo deve inviare, usando anche una semplice email con allegato un documento di identità, alla banca o alla finanziaria che chiedono la garanzia del Fondo per concedere il prestito. Ma molte banche hanno inserito alcune clausole e condizioni che non sono in nessun modo previste o richieste dalla legge. Tutto questo disegna un quadro pericoloso e drammatico: è facile immaginare a quale porta bussare davanti alla disperazione di non poter pagare e aver bisogno di liquidità per non bruciare il lavoro di una vita. Hanno ben scritto gli amici del Centro studi politico-sociali “Don Francesco Caporale”, nei giorni scorsi: si registrano i primi suicidi da ‘pandemia economia’, aumentano i mafiosi in circolazione visto che ci ha pensato il Governo a svuotare le carceri. E’ il momento di intervenire con misure concrete – conclude Piroso -, e alternative alle azioni di sostegno concertate con le Banche che storicamente non hanno mai funzionato. L’associazione ‘Liberamente Calabria’, quindi, sostiene l’iniziativa promossa dal Centro Studi politico-sociali ‘Don Francesco Caporale’ e parteciperà alla mobilitazione davanti alla filiale della Banca d’Italia per sensibilizzare chi di dovere ad agire nella direzione di un concreto sostegno alle imprese”.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736