Il principale sindacato della dirigenza medica e sanitaria commenta, con Pierino Di Silverio, il provvedimento legislativo regionale approvato oggi. Su Occhiuto: "Dopo lo scontro sui cubani ha dimostrato di essere pragmatico e immediato". Adesso l'attenzione puntata su 'gratificazioni nell'orario di lavoro'
20 ottobre 2022 22:13di GABRIELE RUBINO
L'Anaao Assomed è soddisfatta dopo l'approvazione della legge regionale che regola le prestazioni aggiuntive nei pronto soccorso e nei reparti di anestesia e rianimazione degli ospedali calabresi (LEGGI QUI). La Nuova Calabria ha sentito il segretario nazionale del principale sindacato della dirigenza medica, Pierino Di Silverio. Un commento sulle nuove regole (che sono forse le più favorevoli su scala nazionale), sull'avviso sugli specializzandi e sul confronto (nato dallo scontro sui cubani) instaurato con la Regione guidata da Occhiuto "che ha dimostrato sensibilità pragmatica e immediata" e che potrebbe inaugurare un 'Modello Calabria' di concertazione con i sindacati, a giudizio di Di Silverio.
In Calabria è stata appena approvata la legge regionale che disciplina le prestazioni aggiuntive (100 euro all'ora) per i medici che faranno turni nei pronto soccorso e nei reparti di anestesia e rianimazione degli ospedali calabresi, come giudica la misura? "E’ un commento positivo. E' un chiaro segnale iniziale di investimento sui medici calabresi e italiani. Peraltro arriva dopo un ascolto delle istanze presentate proprio da Anaao. E' un passo deciso verso dei segnali chiari che tendono a riportare i medici calabresi in Calabria e soprattutto tendono a far restare i medici negli ospedali. Peraltro c'è stato anche il segnale sugli specializzandi che hanno risposto in massa, sempre dopo stimolo dell'Anaao. Non basterà. Ci saranno degli altri passi da fare. Ci auguriamo e siamo convinti, visto il confronto che è iniziato che si troveranno altre forme più strutturali. Oggi se non si investe sul professionista, andrà via".
Quali sono gli ulteriori passi? "Migliorare la qualità del lavoro all'interno degli ospedali e all'interno degli orari di lavoro. Riuscire a elargire ai medici calabresi un riconoscimento professionale non necessariamente oltre gli orari di lavoro ma anche durante. Per esempio, creare delle condizioni all'interno degli ospedali che siano condizioni di lavoro più agevoli e più dignitose. Questo si può fare da una parte aumentando i medici e dall'altra investendo sulle infrastrutture e sulla organizzazione delle aziende ospedaliere. Ci sono tante azioni da fare. Ogni singola azione fatta per i dirigenti medici e sanitari calabresi, se parte dal confronto con le organizzazioni sindacali, è fatta come deve esserlo nei momenti di crisi. Tutti dobbiamo andare verso la stessa strada, cioè quella che possa salvare il nostro servizio sanitario nazionale e regionale".
Alla fine si può dire che tutto questo sia nato dallo scontro con la Regione per i medici cubani... "Il confronto è nato dallo scontro. Quando noi abbiamo appreso che si voleva insistere con medici di altra nazione ci siamo ribellati e abbiamo chiesto un immediato incontro. Incontro che c'è stato e da lì è nata una prima collaborazione. Dal confronto sono emerse le criticità e abbiamo fatto delle proposte di risoluzione compatibilmente con lo stato della Regione che è sottoposta a Piano di Rientro, quindi non ci sono possibilità di manovra immensa. Nonostante questo, il confronto ha portato alle prime soluzioni e ricordo la manifestazione d'interesse degli specializzandi avvenuta 24 ore dopo il primo confronto. Poi c'è stata questa legge regionale. Se si continua così non può che essere costruttivo. Sui medici cubani la nostra posizione è netta: siamo contrari a ogni forma di esternalizzazione del lavoro, siamo contrari al fatto che vengano medici dall'estero. Per poterlo evitare però inevitabilmente bisogna investire sui medici che ci sono. Noi gli ospedali li dobbiamo salvare e li dobbiamo tenere aperti con i medici che abbiamo, garantendo delle forme e delle condizioni di lavoro che siano dignitose. Questo della Regione Calabria è un segnale chiaro. Se si continua su questa strada sono convinto che i medici italiani ci penseranno prima di lasciare gli ospedali. Servono certo poi riforme strutturali con interventi legislativi nazionali, ma potrebbe partire un 'Modello Calabria'. Speriamo che le altre cose che abbiamo chiesto possano vedere la luce".
Il presidente Occhiuto ha giustificato la misura emergenziale dei cubani come 'calmiere' ai costi delle cooperative. E' una ricostruzione realistica? "La misura straordinaria dei medici cubani così come quella di tutti i medici extra-comunitari ha delle problematiche che prescindono anche dalla nazionalità e dalla tipologia del rapporto di lavoro. Riconoscimento del titolo in Italia di medici che non provengono dalla UE è un ostacolo che va risolto a livello legislativo. Il medico che viene da fuori deve avere dei requisiti se non li ha è un problema legislativo, etico, professionale e di qualità di cure. E' vero che in un momento di recrudescenza della carenza dei medici a causa del post Covid oggi le aziende potendo spendere per le cooperative e inserendola nei beni e servizi riescono a bypassare il tetto di spesa del personale. Dall'altra parte pagano il medico senza le accise che aggravano sullo stipendio, che sono inerenti ai diritti, come contributi e assicurazioni...".
Come giudicate Occhiuto: "Ha dimostrato come pochi una sensibilità definisco pragmatica ed immediata. A richiesta è arrivata la risposta. Non facciamo endorsement ma se ci sono cose oggettive lo riconosciamo senza peli sulla lingua".
E quindi a quando la prossima legge regionale? "L'interlocuzione è stata approfondita su tutto. Naturalmente ritengo che bisogna cercare le modalità e le possibilità operative valutandole tutte. Sulle gratificazioni quotidiane ai medici confido che nel prossimo mese si possa avviare un confronto e concluderlo. Tutto dipende dalla capacità di trovare la modalità giusta. Noi speriamo che quanto prima finisca il commissariamento, magari non sarà immediato. Comunque speriamo che il Decreto Calabria nelle sue costrizioni possa essere allentato. Questo darebbe maggiore autonomia legislativa alla Regione. Quando si tratta di discutere di contratto e di forme extra-contrattuali più libertà ha la Regione di legiferare e più diventa semplice".
Sul futuro ministro della Sanità cosa si aspetta? "Quello che mi aspetto purtroppo non viaggia di pari passo con quello che mi sembra stia per avvenire. Io mi aspetto un ministro che conosca il mondo sanitario. Non sono d'accordo con la tesi che ci voglia un ministro politico. Sono invece convinto che ci voglia un ministro che la sanità la conosce e sia lontano da logiche di lobby o di appartenenza. Se la sanità non torna ai medici, credo che il sistema sanitario che abbiamo costruito in 40 anni è destinato a una morte anche veloce".
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