Speziali: "Il senatore (non riuscito?) dell'attuale Caligola e l'ex inquirente stellato nonché tennista impossibilitato"

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images Speziali: "Il senatore (non riuscito?) dell'attuale Caligola e l'ex inquirente stellato nonché tennista impossibilitato"
Vincenzo Speziali
  09 settembre 2022 13:33

di VINCENZO SPEZIALI

Caligola è noto, persino per la persecuzione avverso i cristiani, ed in verità l'avrebbe esercitata pure nei confronti dei democristiani (tanto, sempre esisteremo e da sempre esistiamo, poiché veniamo - non solo in virtù della desinenza idiomatica - dalla storia di Nostro Signore, detto il Nazareno, il quale nulla aveva a che fare con la via in cui è ubicato il quartier generale del politicamente fallito PD).

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In verità, l'imperatore romano Caligola, ha financo un emulo nel tempo che viviamo, ovvero l'attuale Presidente della Giunta Regionale calabrese, visto come entrambi si ritrovino ad essere afferenti, in una ben specifica e comune pratica: la nominatio senatoris, cioè - letteralmente tradotto - la nomina di un senatore!

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È vero, mi si farà notare che il discendente di Cesare e Augusto ha nominato un equino, mentre quello di Loiero e Scopelliti il proprio fratello maggiore (a cui deve molto, se non tutto, sempre politicamente parlando), epperò il principio motivazionale è uguale sia per il personaggio storico, sia per il figurino (si badi bene, non figurante) attuale. Quale sarebbe? Presto detto: scelte personalistiche, le quali poi, in capo al primo e al secondo, non so se dettate per affinità o per lealtà.

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Direbbe sir Winston Churchill (ma lo disse per l'Unione Sovietica): «è un enigma nel mistero». Ora - proprio nei giorni in cui siamo colpiti dal lutto della dipartita di Sua Maestà Britannica e del Regno Unito, Elisabetta II-  sarebbe improprio scomodare il noto statista conservatore (e vincitore morale della seconda guerra mondiale) per spiegare la concessione di pennacchistici onori alla fauna storica e ai consanguinei di oggi, però tant'è, pur se nel caso del prospettato (ma non sicuro) seggio senatoriale e fratellare, qualcosa potrebbe non tornare o meglio ancora, non risultare.

Non sosterrò che il Presidente Occhiuto dica quanto proferiva Caligola - così ci viene riportato dal film con Victor Mature, del 1959- pur di imporre la realizzazione delle sue volontà (storicamente discutibili) e cioè «Io esisto dal principio del mondo ed esisterò finché l'ultima stella non cadrà dalla notte. Anche se ho preso la forma di Gaio, detto "Caligola", io sono tutti gli uomini e nessun uomo, e perciò io sono dio» oppure «Lascia che mi odino, purché abbiano paura di me» però, occhio e croce, qualcosa di simile o la pensa lui (senza dirla) o se la passano, di bocca in bocca, i Consiglieri Regionali della sua stessa maggioranza (quasi ad esorcizzare la reprimenda e a sostenersi nell'attuare l'intrigo).

Figuriamoci, quindi, cosa accadrebbe se il povero frate(llo) Mario, mancasse l'elezione, perché a parte la sua delusione -la persona è, oggettivamente, amabilissima, ma forse, per alcuni, paga lo stato di famiglia!- dicevo, a parte la delusione del diretto interessato- e (forse?) trombato- strali vari si abbatterebbero sugli ultimi piani della Cittadella (perduta), nei quali è allocata la presidenza dei territori calabri (che a loro volta, avrebbero bocciato proprio il capo del governo locale). Difatti, dalle parti arcoriane -con la Fascina sopra e la Ronzulli sotto (e non si pensi a posizioni intimistiche...mi raccomando!)- Berlusconi chiederebbe conto dell'accaduto, ammesso che lo si informi o e ne avesse, successiva, comprensione. Di converso, sempre noi tutti calabresi ed elettori, ci troviamo sgomenti e attoniti, poiché non sappiamo chi potremmo incontrare, qualora volessimo fare una partita qualsiasi, in un club qualunque, visto l'alto e dolorosissimo lai, lanciato dal candidato pentastellato Federico Cafiero de Rhao.

Il suo grido di dolore -"Non posso giocare a tennis"- giunge nella martoriata Ukraina, fin giù all' addolorata Mariupol e ciascuno in quei luoghi, partecipa contrito all'impossibilità dell'esercizio agonistico dell'ex Procuratore, il quale, per inciso -come ci riporta il titolo di un articolo di Piero Bellantoni su 'Il Reggino' del 7 Settembre scorso- non giocava a tennis con i reggini ma ora vuole il loro voto.

Come possa fare campagna elettorale uno che dice ciò, proprio non lo so (l'accento non si usa, ma la rima vi è comunque)! Certo, qualcuno penserà che io mi esponga a rischi ritorsivi - se accadesse, tutti conoscerebbero i mandanti, anche in virtù del passato lavorativo di qualcuno - ma ho deciso di guardare negli occhi i miei figli, di fare politica per passione e al servizio dei cittadini (e delle loro giuste istanze), per di più onorando il mio Paese, perché tutto questo (assieme alla legalità, quella vera, non certo il giacobinismo patologico e mutilativo dello Stato di Diritto) è alla base del mio essere, ma principalmente della mia dignità.

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